Hanno 48, 28 e 22 anni gli uomini che sono stati arrestati con l’accusa di violenza sessuale, in relazione a uno stupro avvenuto a Milano nell’aprile dello scorso anno. La vittima, una ragazza di 22 anni, sarebbe stata invitata a uscire dal quarantottenne per poi essere narcotizzata con un cocktail di alcol-psicofarmaci, la cosiddetta droga dello stupro.
Secondo la ricostruzione, la giovane si sarebbe fidata dell’amico seguendolo in un pub, all’interno del quale le sarebbe stata versata della droga nel bicchiere per ben tre volte. I tre uomini avrebbero poi portato in un appartamento la vittima, una volta persi i sensi da quest’ultima. Da qui, la violenza sessuale durata probabilmente diverse ore.
La mattina seguente la ragazza si sarebbe svegliata con forti dolori e avrebbe ricordato, seppur in modo confuso, i suoi tentativi di resistenza allo stupro. Le ricostruzioni raccontano anche che i presunti autori della violenza avrebbero tentato di convincere la giovane di essersi drogata volontariamente – «ci hai fatto spaventare con tutta la cocaina che hai preso» – le avrebbero detto.
La clinica Mangiagalli, dove la 22enne è stata accompagnata dopo il fatto, ha verificato che i livelli di sostanza stupefacente all’interno del corpo erano di quattro volte superiori al consentito. Gli stessi rilievi hanno fatto emergere anche il Dna di due degli uomini arrestati, che tuttavia non hanno confessato. Il procuratore aggiunto Maria Letizia Mannella, che ha coordinato le indagini dei carabinieri della compagnia di Porta Monforte, ha rivelato: «Come magistrato e come donna, è un caso che mi sarà difficile dimenticare». (fr)
