C’è chi cambia residenza, chi rinnova la carta d’identità e chi è in attesa del suo turno allo sportello. Un crocevia di persone e lingue diverse, ma per 60 secondi all’anagrafe di via Larga tutto tace. È il minuto di silenzio in ricordo delle donne vittime di violenza nel 2022, elencate una a una dagli assessori Tommaso Sacchi, Lamberto Bertolé e Gaia Romani. Il sindaco Sala, però, chiarisce subito un punto: «Oggi non si parla solo di donne. Oggi si parla di uomini, uomini che sono dietro queste tragedie, che prevaricano, che umiliano. Uomini padroni – continua il sindaco – A questa giornata non si può associare solo il senso del ricordo ma soprattutto la lotta che tutti insieme dobbiamo portare avanti, nei fatti, negli atteggiamenti e nella cultura».
È proprio la cultura uno degli strumenti messi a disposizione per sensibilizzare i cittadini su questa tematica. All’interno delle sedi anagrafiche del Comune di Milano, infatti, sono presenti i Bibliopoint, che propongono una selezione di libri e film per informarsi sui diritti delle donne e sulla violenza di genere, oltre alla presenza di operatrici della Rete antiviolenza comunale e interpreti LIS (lingua italiana dei segni).
L’iniziativa promossa dall’Assessorato ai Servizi civici e generali, in sinergia con quello alla Cultura e al Welfare, ha l’obiettivo di rendere le sedi anagrafiche luoghi aperti a tutta la cittadinanza e che intercettino ogni componente sociale. «Noi crediamo che il luogo fisico abbia una valenza politica. Le anagrafi non sono un mero punto dove vengono erogati servizi, se così fosse daremmo ragione a chi dice che è meglio digitalizzare tutto – spiega Gaia Romani, assessora ai servizi civici – Il 25 novembre, e quello che rappresenta, è l’occasione per dare rilevanza al tema della violenza selle donne, ma anche opportunità per aprire le porte di queste sedi, rendendole luoghi di prossimità».
Un cambiamento che non cada dall’alto ma che coinvolga associazioni e cittadinanza
Per ora i Bibliopoint saranno temporanei ma l’idea è di renderli permanenti. Il progetto è quello di differenziare ogni sede anagrafica in base alle esigenze del Municipio in cui si trova. «Penso all’ anagrafe di via Padova, nel Municipio 2, dove c’è una maggioranza di popolazione straniera, io lì cercherei di spingere per iniziative che siano attive nell’inclusione e nel supporto linguistico. Mentre in zona San Siro, in un contesto in cui ci sono molto giovani, l’impegno delle Istituzioni dovrebbe essere la ricerca di posti di lavoro per chi ne ha bisogno» conclude Gaia Romani.
Un cambiamento radicale, dunque, che non cada dall’alto ma che coinvolga associazioni e cittadinanza. Il motore? Ancora una volta la cultura.
«Una città che si nutre di dispositivi e momenti culturali, ma sopratutto di luoghi, è una città più consapevole verso qualsiasi forma di violenza», aggiunge l’Assessore alla Cultura Tommaso Sacchi.
Partire dall’educazione
Nella Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne e nei giorni in cui si istituisce una commissione bicamerale di inchiesta sui femminicidi, c’è un altro tasto dolente da toccare. Bisogna partire dall’educazione dei più piccoli, smantellando un sistema radicato nella nostra società e che porta a sessismo e discriminazioni. «Dobbiamo lavorare molto nelle scuole. Un certo tipo di mentalità e di comportamenti violenti si acquisisce già in tenera età – dice il Sindaco Sala a margine dell’evento – Come Comune di Milano lavoriamo ogni giorno per contrastare i fenomeni di violenza ma come società dobbiamo ancora fare molto, senza perdere la speranza che le cose cambino».