L’80% dei casi di bullismo registrati nel 2016 è legato a fenomeni della rete, primo tra tutti il cyber bullismo. È l’allarme lanciato la Luca Bernardo, direttore del Centro multidisciplinare dedicato al disagio adolescenziale della casa pediatrica Fatebenefratelli Sacco di Milano, struttura di riferimento nazionale per bullismo e cyber bullismo. E i dati relativi al fenomeno appaiono allarmanti: secondo un’indagine realizzata dall’associazione “Semi di melo” e dall’università Bicocca, sono oltre 71mila i giovani d’età compresa tra i 15 e i 24 anni coinvolti in episodi di bullismo in Lombardia. A pochi giorni dall’approvazione della Legge su bullismo e cyber bullismo da parte del Consiglio regionale della Lombardia e in attesa dell’imminente voto del Senato sul disegno di legge nazionale in materia, Luca Bernardo parla del fenomeno, della sua evoluzione e delle possibili iniziative per la prevenzione.
Il Centro multidisciplinare per il disagio adolescenziale – “Il laboratorio è attivo dal 2008 e dal 2015, grazie al protocollo stipulato con il ministero dell’Istruzione, siamo diventati Centro nazionale su bullismo, cyber bullismo e attività illegali in rete” ha spiegato Bernardo sottolineando come i casi di giovani seguiti dal centro siano in aumento. “Nel 2015 i giovani pazienti del centro sono stati 1030, nel 2016, con dati aggiornati al mese di novembre, sono stati 1112, per un aumento dell’8%”. A crescere in maniera costante negli ultimi anni è stato il bullismo legato all’uso di internet. “Se consideriamo che l’80% dei casi del 2016 – aggiunge Bernardo – è legato a fenomeni della rete, risulta evidente che le attività di prevenzione messe in atto sin qui non siano state così efficaci”. E proprio in questo senso ci si sta muovendo a livello istituzionale con un progetto nazionale che vede protagonista la struttura del Fatebenefratelli Sacco. “Abbiamo ricevuto una delega per la costituzione altre strutture di prossimità. Oggi noi abbiano ragazzi e richieste provenienti da tutta Italia ma l’obiettivo è creare un istituto in ogni regione sul modello del nostro per razionalizzare il servizio”.
L’analisi del fenomeno – Il Centro si occupa di ragazzi e ragazze di età compresa tra i 7 ed i 18 anni, seguendo sia le vittime che gli autori di episodi di bullismo. “Il bullismo – spiega Bernardo – si sviluppa dai primi anni della scuola elementare quando si struttura il concetto di classe e quindi quello di leader, che può provocare il sorgere di atteggiamenti aggressivi da una parte e di plauso e consenso in chi non diventa vittima del bullo dall’altra. Il momento più critico, poi, arriva alla scuola media e nei primi tre anni di superiori, quando aumenta l’aggressività fisica”. Rispetto al sesso dei ‘bulli’, pur prevalendo la componente maschile, si riscontra un costante aumento di quella femminile. “Oggi – continua il professore – un episodio su 6 ha per protagoniste ragazze”.
Come agire – “L’arma più importante – spiega Bernardo – è la prevenzione. Il Centro organizza incontri e progetti nelle scuole e nei luoghi di socializzazione dei ragazzi. Tutto il percorso di terapia, infatti, si svolge insieme alla famiglia, alla scuola e alle realtà abituali del giovane che deve reinserirsi in modo corretto nei ‘suoi ambienti’. C’è poi un aspetto fondamentale: dal momento che il bullismo non può essere proprio dell’età adulta, poiché in quel caso si parla di mobbing, è sbagliato il comportamento del genitore che si approccia alle problematiche manifestate dal figlio partendo dal suo punto di vista di adulto, spesso in modo superficiale. Per questo consiglio sempre di rivolgersi a specialisti che, agendo in gruppi di lavoro multidisciplinari, sappiano affrontare correttamente le difficoltà del ragazzo”.
La legge regionale contro bullismo e cyber bullismo – La legge, approvata dal consiglio regionale della Lombardia lo scorso 24 gennaio, destina 300mila euro al finanziamento di iniziative ed enti (comuni, istituzioni scolastiche ed associazioni sportive iscritte al Coni) che possano creare una rete di sostegno attorno ai giovani ed istituisce, presso la Giunta regionale, la Consulta sul bullismo e cyber bullismo. “La forza di questa legge – commenta Luca Bernardo – sta nel suo essere un provvedimento capace di stare al passo coi tempi perché non sanzionatorio. E, aspetto non secondario, destinando delle risorse precise ai progetti incentiva la loro realizzazione”.