Milano a sostegno di Venezia. Il Teatro alla Scala ha alzato il sipario per raccogliere fondi da devolvere al Teatro la Fenice, pesantemente danneggiato dal maltempo: in scena una rappresentazione straordinaria del trittico di balletto Balanchine, Kyliàn, Béjart.
Ad annunciare l’iniziativa nei giorni scorsi, era stato il sindaco Beppe Sala che dal suo profilo Facebook si era detto «orgoglioso per quella che è una testimonianza concreta di solidarietà. Milano è sempre stata vicina ai comuni in difficoltà e lo fa ancora con un atto concreto e tangibile», aveva poi concluso il primo cittadino.
Le immagini disastrose della città lagunare, dallo straordinario patrimonio artistico-culturale, allagata hanno fatto il giro del mondo, così come quelle della Fenice inagibile per l’acqua alta a pochi giorni dall’inaugurazione della stagione con il Don Carlo di Verdi. Così, tutti gli artisti, i lavoratori e la direzione del Teatro alla Scala hanno pensato di sostenere i proprio colleghi aggiungendo alla programmazione la replica di uno dei maggiori successi della stagione scaligera, i cui proventi sono destinati al Massimo veneziano.
Ad accogliere il pubblico prima dell’apertura del sipario, il sovrintendente uscente Alexander Pereira, visibilmente emozionato per quella che è stata una delle sue ultime repliche milanesi, in attesa di dirigere il Maggio Fiorentino. Con lui sul palco il suo pari grado veneziano Fortunato Ortombina: «la Fenice è il più bel teatro del mondo, ma la Scala è il più grande tetro del mondo» ha ammesso, ringraziando per la solidarietà e rassicurando su come la Fenice stia “risorgendo”.
Quanto alla serata, in scena capolavori senza tempo, i lavori più significativi dei tre maggiori coreografi del ‘900: si è partiti con il classico Simphony in C di George Balanchine, geometriche coreografie e finale “concertante” sulle note della Sinfonia n. 1 in do magg. di Georges Bizet. Elegante e audace Petite mort di Jirì Kyliàn, tra bustier e abiti ottocenteschi che evocano i fasti gattopardiani, appassionanti passi a due accompagnati dai movimenti dei concerti per pianoforte e orchestra di Mozart. Attesissimo il finale, potentissima sensualità nell’iconico Boléro di Ravel, con la celeberrima coreografia di Maurice Bèjart.
Sul tavolo rosso un’intensa e magnetica Martina Arduino, all’altezza dell’etoile Roberto Bolle che l’ha preceduta nelle altre 7 repliche. Dieci minuti di applausi.
«Mai come ora, sentire la vicinanza di tante istituzioni e cittadini, aiuta a superare uno dei momenti più difficili per la Città» è stato il commento del sindaco di Venezia Luigi Brugnaro a MasterX.
Sul podio il maestro Felix Korobov: la grande musica per la grande danza, la Scala per la Fenice, la solidarietà per la cultura.