«Aiutiamoci a casa nostra», così alcuni immigrati africani, di nazionalità diverse, vogliono lanciare un messaggio a coloro che chiamano «fratelli» in Italia. A novembre James Senghor e altri ragazzi hanno fondato Africa1, un’associazione di solidarietà sociale a Milano con l’obiettivo di restituire dignità e rispetto alle proprie origini. Una rivoluzione culturale e umana, senza armi ne violenza, che dia voce a un popolo «vittima di una narrazione che lo vede sottomesso e dipendente».
Mor Talla Seck, uno dei membri fondatori, parla di «potenziale culturale» e aggiunge: «abbiamo artisti, musicisti, intellettuali in grado di raccontare la nostra storia a chi non la conosce. L’emancipazione è uno strumento fondamentale per capire il nostro valore».
L’obiettivo è quello di aiutare chi è rimasto in Africa e quelli che oggi, sono qui nel nostro paese. «Io non avrei mai preso una barca per rischiare la vita in mare ma alcuni sono costretti a farlo. Per noi è difficile ottenere i documenti in Europa e questo favorisce l’illegalità. Senza un visto o un permesso di soggiorno diventa quasi impossibile trovare un lavoro onesto, pagare un affitto e integrarsi. I più deboli, purtroppo, cadono nelle mani sbagliate e noi faremo di tutto per portarli via dalla strada», dice Ibra Ndiaye, uno dei ragazzi che ha contributo alla nascita di Africa1.
«E’ arrivato il momento di essere protagonisti e non più delle vittime che hanno bisogno di aiuto», sottolinea Ali Ibrahima, un altro fondatore dell’associazione. «Siamo abituati a farci aiutare e a restare sempre indietro. Il problema dell’Africa sono gli africani e ora dobbiamo unirci e rispettarci fra di noi perché siamo ancora troppo divisi», conclude Senghor, il presidente di Africa1.
Intervista audio integrale a Mor Talla Seck e Ali Ibrahima
Per Paula Yankillevich, presidente della onlus Oltre i Confini e responsabile dei campi di volontariato in Togo e Senegal, questo è un sentimento molto diverso da quello nazionalista di «casa nostra» promosso da alcuni partiti italiani. «Non c’è nessuna forma di odio o istigazione alla violenza. Questo è piuttosto un modo di promuovere rispetto per i loro territori e il diritto di ogni essere umano di vivere dove è nato senza l’obbligo di fuggire da nessuna guerra, fame o distruzione».
Agli immigrati in Italia, Africa1 vuole offrire la possibilità di lavorare dignitosamente, trovare una casa e vivere nella legalità. «Noi ci siamo passati. Per questo motivo siamo in grado di dare informazioni e consigli a chi ancora non parla italiano, non conosce le leggi e non sa dove andare».