Chitarre artigianali, realizzate con diverse tipologie di legno, fonti di suoni unici. Questo è ciò che avviene alla bottega Manifatture Sonore, in via Paolo Mantegazza 36, una piccola strada nel quartiere milanese di Villapizzone.
L’artista che rende possibile la nascita di queste opere d’arte è il quarantunenne Andrea Stanzione, testimone di come, anche in grandi città frenetiche, tali realtà tradizionali esistano ancora.
Andrea Stanzione era un bambino che amava disegnare, con una spiccata vena artistica. Dopo aver frequentato una scuola professionale di elettrotecnica, si è iscritto alla Civica Scuola di Musica Claudio Abbado, a Milano.
Una bottega d’altri tempi
Il giovane liutaio ha aperto la sua bottega nel 2019, dopo aver collaborato dal 2009 al 2014 con Enrico Bottelli, uno dei più grandi costruttori di chitarre classiche in Italia, il quale gli ha trasmesso il suo sapere, come lo stesso Andrea sta facendo ora con alcuni ragazzi che desiderano apprendere la sua arte, quella della liuteria.
«La patria della produzione della chitarra classica è la Spagna. Io creo chitarre ex novo ispirandomi a quella tradizione, risalente alla fine del 1800 e agli inizi del 1900», racconta Andrea. «Tale modello», aggiunge, «ha alla base la raggera, un’impalcatura interna realizzata in legno di abete – o bambù o carbonio, a seconda del grado di leggerezza e resistenza che si vuole ottenere – volto a mantenere la tensione delle corde».
«Lo strumento di liuteria», racconta Andrea, «è ottimizzato per dare la massima espressione sonora. Deve esserci leggerezza, ma anche tenuta, tensione. Realizzare uno strumento musicale non è facile, soprattutto quando, come nel mio caso, il margine d’errore contemplato è il decimo. Un grado maggiore comporterebbe un cambiamento nella funzionalità dello strumento. Ad esempio, il taglio dei tasti, che segue una formula matematica».
A ciascun elemento il suo legno
L’elemento chiave della chitarra è la tavola armonica – detta anche piano armonico – che è «il motore sonoro dello strumento», come ci spiega l’artista.
«La realizzo in legno d’abete perché deve muoversi, quindi essere leggera, vibrante, per propagare bene il suono all’esterno, attraverso la bocca della chitarra, dalla quale esce l’aria che permette la nascita delle note. Il suo spessore varia a seconda delle esigenze sonore di chi richiede lo strumento. Da ciò, deriva l’utilizzo di diversi tipi di legno, che permettono riproduzioni di suono differenti». Per ottenere questo risultato, il legno deve essere tagliato con una tecnica specifica, detta di quarto.
I due pezzi ondulati laterali, che uniti costituiscono i fianchi della chitarra, sono di legno di noce. Il manico è di ebano, mentre la tastiera (come il fondo) è di mogano, «essendo la parte più esposta al tocco delle dita del musicista, che spingono sulle corde. Per questo, necessita di un materiale più resistente», spiega Stanzione.
«I materiali sono diversi, ma sono attento a mantenere una coerenza estetica». Anche le corde possono essere prodotte con risorse differenti. Inizialmente, si utilizzava il budello, ora, invece, si predilige il nylon.
Il tempo è…artigianalità
«Per costruire una chitarra nella sua completezza posso impiegare dalle 180 alle 220 ore, a seconda delle decorazioni da realizzare. È un processo lungo, ma il distacco dai prodotti seriali è evidente», racconta Andrea. «Il tempo maggiore», aggiunge, «è richiesto dai mosaici che realizzo, taglio e incollo a mano, seguendo schemi precisi. Per questo motivo le mie chitarre possono costare anche 8.000 euro».
I componenti di una chitarra vengono incastrati e assemblati con colle di origine animale – realizzate facendo stracuocere scarti e ossa – in quanto tendono a vetrificare, caratteristica che favorisce la diffusione del suono.
Al contrario, le colle gommose, mai usate, smorzano le vibrazioni.
In generale, esistono diversi tipi di colle da poter utilizzare a seconda delle necessità.
Rigenerate: una nuova identità per le chitarre
Per permettere alle persone di acquistare a prezzi accessibili chitarre più performanti, Stanzione ha lanciato il progetto Rigenerate: «Questa iniziativa si basa sul cambio della tavola armonica, realizzata ad hoc, o della tastiera, per rendere il suono più originale e qualitativamente migliore.
Per modificare lo strumento, gli elementi si bagnano e piegano a caldo. In seguito, si fa riposare la chitarra per l’asciugatura dei pezzi e, alla fine, si rifinisce».
Insomma, in giornate spesso molto frenetiche e immerse nel traffico milanese, il suono di una chitarra può rigenerare mente e spirito. Se è fatta a mano, forse, questo potere è ancora maggiore.