«Chiedi al cameriere se ci porta il sale per favore?»
«Sì, ma sentite perché non organizziamo un TEDx dell’Università IULM?»
Così è nato tutto. Da una battuta lanciata a cena tra amiche a un’idea che poi, al di là di ogni difficoltà, si è fatta realtà. Il 22 maggio infatti la Libera Università di Lingue e Comunicazione, meglio conosciuta come IULM, ospiterà in presenza salvo imprevisti il suo primo TEDx.
Ma di che cosa si tratta?
Facciamo un passo indietro
TED (acronimo che sta per Technology Entertainment Design) nasce in California 25 anni fa con l’idea di creare una serie di incontri, i cosiddetti Talk Show, dove rilevanti personalità impiegate in diversi settori specifici portano su palchi estremamente minimal, caratterizzati dalle sole tre lettere rosse T E D, tutte quelle idee «Che vale la pena diffondere».
L’organizzazione no profit ha, con il passare degli anni, creato una fitta maglia di spettatori, ospiti tenuti a tenere banco con speech non più lunghi di 18 minuti e contenuti sottotitolati in più di 70 lingue.
La genialità della sua formula probabilmente sta proprio in questi elementi. L’organizzazione no profit ha portato sul suo palco uomini e donne del calibro di Bill Gates, Carole Cadwalladr (giornalista investigativa che aveva scoperto lo scandalo di Facebook e Cambridge Analytica nel 2018) o Greta Thunberg per citarne solo qualcuno.
Ma ora veniamo a noi
Sempre con l’idea di creare una rete e di condividere tutto quello che merita di essere condiviso TED ha creato un programma chiamato TEDx focalizzato su eventi locali e auto organizzati.
Quella X infatti non sta per incognita o fattore X ma semplicemente per “Evento TED, organizzato in stile TED ma indipendentemente” e così un gruppo di studenti e studentesse, partendo da un’occasione goliardica come può essere quella di una cena, ha deciso di impelagarsi in questa tanto bella quanto difficile impresa organizzativa.
Il tema scelto dai 20 ragazzi del team sarà “Piano B” e tra i 12 speaker ci saranno professionisti di tutte le generazioni come Nicolò Scala Marketing Manager di Durex, Claudia Ferrazzi Vice Direttrice culturale del Louvre ed ex Consigliera Culturale di Macron o l’Architetto Spaziale Vittorio Netti.
Perché Piano B?
Anche se può sembrare difficile da credere il tema dell’incontro è stato scelto prima della pandemia e il motivo è semplice: quante volte infatti ci è capitato di sentirci bloccati, demoralizzati o incompresi? Il Piano B prima o poi arriva e «Tutti, almeno una volta nella vita, abbiamo dovuto mettere in discussione noi stessi, le nostre idee o i nostri valori. Ci siamo dovuti rimboccare le maniche per ripensarci, ricrederci e riadattarci a contesti che sentivamo stretti o per ridisegnare lo stesso contesto che ci soffocava» hanno dichiarato gli organizzatori dell’evento,
«Noi vogliamo essere come quella pacca sulla spalla che può essere di aiuto e vogliamo far arrivare il messaggio che va bene avere paura, sbagliare ma bisogna avere anche il coraggio di reagire e andare avanti».