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Se la Milano nerazzurra è in festa per la vittoria dello scudetto dell’Inter, quella a Napoli sembra essere una sera come tutte le altre. O, almeno, così pare in gran parte della città. Ma quella di via Girolamo Santacroce, che collega i quartieri collinari di Vomero e Arenella a via Salvator Rosa, è una storia a parte. Lì, infatti, nella sera del 22 aprile si sono riuniti decine di tifosi interisti, appartenenti (e non) ai vari club nerazzurri della Campania.
Cronistoria di una serata memorabile
Tra i primi ad arrivare al Wave, un lounge bar situato a pochi passi da uno dei punti panoramici più belli della città partenopea, con il Vesuvio a far da cornice, c’è Adriana De Leva, Presidente dell’Inter Club Napoli ed ex coordinatrice dei club nerazzurri della Campania. A ruota, poi, arrivano tutti gli altri. Si salutano, smorzano la tensione prima del match con qualche battuta, ordinano da bere per ammazzare l’attesa. Ma, prima di tutto, vanno a salutare la Presidente. La passione è il loro collante e quella sera gioire tutti insieme sarebbe come vivere un sogno.
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Alle 20.45 in punto inizia Milan-Inter. Il derby di Milano potrebbe consegnare alla squadra allenata da Simone Inzaghi il suo ventesimo scudetto, quello della seconda stella. Non una sconfitta e non un pareggio, però: per ottenere la vittoria matematica, l’Inter deve necessariamente portare a casa i tre punti contro i cugini milanisti.
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La partita scorre tranquilla fino al 18esimo minuto, quando Francesco Acerbi mette a segno il primo gol per i nerazzurri. In sala scoppia il caos: abbracci, grida, mani che si levano al cielo. Ma siamo pur sempre a Napoli, e la scaramanzia non permette di gioire a pieno fino allo scoccare del novantesimo minuto. Al 49esimo, però, Marcus Thuram marca il secondo gol e gli animi cominciano a distendersi. Lo scudetto è sempre più vicino.
Campioni non senza tensioni
Le cose, però, cambiano poco prima della fine della partita: all’80esimo il Milan accorcia le distanze con un gol di Fikayo Tomori. Al Wave, per la prima volta dall’inizio della serata, piomba il silenzio. La paura della beffa è troppo forte, ma i tifosi restano speranzosi. Nemmeno i dissidi in campo tra i giocatori delle due squadre, che portano l’arbitro a decidere per ben tre espulsioni (Theo Hernandez e Davide Calabria per i rossoneri e Denzel Dumfries per i nerazzurri), riesce a far perdere loro la concentrazione. Poi, finalmente, la gioia tanto attesa. Dopo 5 minuti di recupero che sembrano interminabili arriva il triplice fischio. L’Inter è campione d’Italia.
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Urla, salti, lacrime di gioia e cori da stadio: anche lontano dalla Madunina chi ama l’Inter ha trovato il modo di gioire insieme. Nonostante il pregiudizio verso chi nasce in un luogo e sceglie di non tifare la squadra che lo rappresenta, nonostante la lontananza dalla città della propria squadra del cuore. Dimostrando, ancora una volta, che il calcio non è mai solo uno sport.