Come si evolve la nuova rete dei trasporti, un progetto iniziato nel 2015

Milano è una città in costante cambiamento. Il numero di residenti continua ad aumentare e le infrastrutture si adattano al crescere degli abitanti. Così cambiano anche le linee del trasporto pubblico, assecondando le esigenze degli utenti. L’Expo in questo senso ha avuto un ruolo importante nel portare l’attenzione dell’opinione pubblica e della politica sullo sviluppo di nuove reti di trasporto pubblico.

I trasporti realizzati per l’Expo

Un esempio sono le linee della metropolitana M4 e M5. L’obbiettivo della loro costruzione era permettere ai turisti, ma anche ai milanesi, di muoversi meglio per la città e raggiungere più facilmente l’area dell’Esposizione Universale. Pensate per essere finite entro il 2015, solo la seconda è completata per tempo, anche se all’inizio dell’Expo cinque fermate non sono ancora attive. La M4 invece è inaugurata solamente nel 2024. Della realizzazione di queste due linee se ne parlava già dai tempi della giunta Moratti, eletta sindaco di Milano nel 2006, che in un’intervista a Repubblica nel 2011 prometteva la realizzazione dell’M4 “entro aprile del 2015”.

Un progetto pensato per l’Expo, poi mai realizzato e oggi abbandonato è quello del tunnel di 15 chilometri che avrebbe dovuto collegare l’aeroporto di Linate, e quindi alla tangenziale est, con l’area dell’Expo per poi concludersi a Molino Dorino. L’opera, di grandi dimensioni, avrebbe avuto 11 uscite in città. A essere collegati sarebbero stati i punti nevralgici si Milano, come ad esempio Rho fiera, Garibaldi, Repubblica, Bovisa, CityLife e Zara. Il progetto è stato proposto dalla Giunta Albertini per poi essere sospeso da quella Moratti e abbandonato definitivamente da quella Pisapia. Secondo Roberto Maja, docente associato di tecniche dell’economia dei trasporti presso il Politecnico di Milano, un tunnel dall’aeroporto di Linate all’area Expo “sarebbe stata un’opera costosissima”. Questo tipo di infrastrutture, spiega, “cambiano la disposizione del traffico nella città e può essere che si facilitino alcune relazioni, però poi si determinano delle aree molto congestionate”.

Roberto Maja, docente di economia dei trasporti al Politecnico di Milano

La logica con cui sono realizzate nuove linee di trasporti pubblici, spiega il professor Maja, “è che la città non è detto che sia qualcosa di immobile, cristallizzato. Il tempo passa, le esigenze cambiano”. “Le valutazioni che sono state fatte a monte è quella di soddisfare le esigenze che emergono nel tempo”. Ad esempio “se la città si espande – continua Maja – si insedia un nuovo quartiere, oppure un nuovo insediamento produttivo, una fabbrica. C’è la necessità che la rete e il trasporto collettivo si adegui, cioè fornisca comunque un servizio che permetta di soddisfarla”.

Come sono cambiati i trasporti pubblici Atm

È seguendo questa logica che, secondo i dati pubblicati da Atm, negli ultimi dieci anni sono aumentati i chilometri percorsi dal servizio di trasporto pubblico, la cui media ha superato i 150 milioni di chilometri. Il dato più alto risale proprio al 2015, grazie all’Expo, con 157 milioni di chilometri. Il più basso invece è dell’anno prima, il 2014, con 144 milioni di chilometri. In particolare le metropolitane hanno registrato un record  di chilometri percorsi (78 milioni e 321 mila chilometri-vettura) grazie alla realizzazione delle linee M4 e M5. Anche il numero di corse è cresciuto, rispettivamente di oltre 250mila e di circa 22mila. Contemporaneamente sono diminuite le corse perse, passando dallo 0,38% nel 2022 per le linee M1, M2 e M3 allo 0,17% nel 2023. Questo trend è poi stato confermato anche da M4 e M5.

I trasporti pubblici di superficie hanno invece visto un peggioramento del servizio negli ultimi dieci anni. È stato perso infatti il 3% delle corse di bus e filobus e il 2% di quelle dei tram. Le cause di questo divario tra corse programmate e svolte sono diverse, a cominciare dal numero di autisti in costante calo. Nei primi sei mesi del 2024 si sono dimessi circa 200 dipendenti Atm, con una media di 30 al mese. Secondo le stime della Cisl negli ultimi anni i licenziamenti sono saliti al 40%. I problemi principali sarebbero la bassa retribuzione e l’alto costo della vita.

Un treno della metropolitana M2

L’amministratore delegato di ATM, Arrigo Giana, ha dichiarato che l’azienda avrebbe assunto 500 nuovi autisti entro il primo trimestre del 2025. Ma le assunzioni finora non sono state in grado di coprire tutti i licenziamenti. Se la percentuale di personale in entrata per il 2023 è stata del 5,8% , quello in uscita è stato il 7,2%. Un’altra possibile causa sono, oltre a guasti, gli incagli e gli incidenti. Ma anche il maltempo a cui, per ovvie ragioni, sono più soggetti i mezzi di superficie rispetto alle metropolitane.

Altri modi di muoversi a Milano: bike e car sharing

In questo decennio che ci separa da Expo ci sono stati anche altri cambiamenti nel modo di muoversi a Milano. “Ci sono stati degli interventi molto importanti” conferma il professor Maja, “che hanno avuto una ricaduta sul traffico”. Un esempio è “l’attivazione dei servizi di bike sharing, poi anche la diffusione del car sharing”. Questi hanno creato un’alternativa all’auto e ai mezzi pubblici per muoversi in città. “La finalità – continua Maja – è dare un servizio a chi non può usare la macchina, ma questa è una cosa ovvia, necessaria. Poi l’ideale, e questa è anche un po’ la missione di chi si occupa di ingegneria della mobilità e dei trasporti, è cercare di trasferire più gente possibile sul trasporto collettivo”.

Chiara Brunello

Classe 2002. Sono laureata in comunicazione, media e pubblicità all'Università Iulm. Mi interesso di politica interna ed estera.

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