Aveva lasciato il calcio dieci anni fa, perché sentiva sempre le stesse parole. Ma non è cambiato niente, nemmeno su un campo da basket. Partita dopo partita, gli insulti sono diventati sempre più pesanti, così che i suoi compagni di squadra hanno deciso di dire tutti insieme basta. L’ultimo episodio è accaduto ai giocatori dei Bionics, squadra di basket di Buccinasco che milita nel campionato serie C2 Silver.
Hanno deciso di fermarsi dopo i continui insulti ed ululati nei confronti di Joao Kisonga, centro di 33 anni, costretto ad ascoltare questi cori in tutti i palazzetti per il colore della sua pelle. Stavolta ad insultarlo è stato addirittura un giocatore del Basket Rovello. A quel punto, i compagni del numero 22, grande fan di Lebron James, si sono fermati per protesta.
Poi, dopo aver ripreso il gioco e concluso la partita, hanno scritto alla federazione e alla commissione arbitrale: «Al prossimo episodio di razzismo ci fermiamo e non giochiamo più». Gli insulti razzisti erano partiti già due anni fa a Morbegno e ad Agrate. Nella gara di ritorno, a Buccinasco era presente lo striscione “Non vogliamo razzisti in casa nostra”, ma l’arbitro aveva chiesto di toglierli.
«I bambini come potranno imparare il rispetto se gli adulti si comportano così? – ha commentato lo stesso Joao Kisonga – Bisogna alzare la voce e dire basta, soprattutto per loro. Ci vogliono punizioni esemplari. Io, intanto, seguo il mio motto: non ti curar di loro, ma guarda e schiaccia». (lp)