Due premier per una sola nazione. È quello che sta succedendo in Libia, dove giovedì 10 febbraio il parlamento libico, con sede a Tobruk ha nominato all’unanimità per acclamazione un nuovo primo ministro: l’ex ministro dell’Interno, Fathi Bashagha. Ma esiste già un premier, Abdul Hamid Dbeibah, a capo di un governo di accordo nazionale riconosciuto dall’Onu per riconciliare il paese tormentato da divisioni interne. Dbeibah, che opera da Tripoli, non ha alcuna intenzione di cedere il posto ed il potere ad un successore che non è emerso da un’elezione nazionale. Non vuole inoltre dimettersi per il bene del popolo libico, ma vuole essere lui a portare il paese alle elezioni.
LE ELEZIONI ANNULLATE
La situazione politica nel paese africano era precaria già da tempo: il premier Dbeibah avrebbe dovuto dimettersi dopo il voto democratico previsto per il 24 dicembre scorso. Ma a causa di alcuni contrasti giudiziari tra i vari candidati, le elezioni sono state annullate. Si sono presentati infatti quasi 100 candidati, e i più quotati avevano tutti tratti controversi e preoccupanti. Questo ha evidenziato la fragilità dell’assetto istituzionale definito dagli accordi di febbraio 2021, che prevedevano un parlamento nazionale a Tobruk e un governo di unità nazionale a Tripoli. Centinaia di persone sono scese in strada nella capitale libica per protestare contro la decisione del parlamento di nominare un nuovo primo ministro.
UN DEJA-VU
La Libia si ritrova quindi spaccata in due, e rivive la situazione della primavera 2020, quando il premier di Tripoli, Fayez al-Sarraj, grazie all’intervento della Turchia, respinse l’offensiva del generale Khalifa Haftar che aveva cercato di conquistare Tripoli e imporre il suo potere su tutta la nazione. Da allora, il generale si è dimesso dal ruolo di comandante dell’esercito libico, probabilmente per candidarsi alle elezioni presidenziali. Ma non è l’unico deja-vu che rivive la Libia: nel 2014 si era registrata una situazione simile, quando il primo ministro Abdullah al Thinni si rifiutava di cedere il potere al suo successore Ahmed Maiteeq. E anche qui c’erano state elezioni con risultati dubbi, considerati non legali. La questione aveva provocato il caos, portando le diverse fazioni armate a scontrarsi tra loro.
L’ORIGINE DEL CONFLITTO
Il paese è straziato da conflitti interni dal 2011, quando la rivolta sostenuta dalla Nato ha rovesciato e ucciso Muammar Gheddafi. Da allora, amministrazioni dell’est e dell’ovest del paese, sostenute da governi e milizie stranieri, cercano di contendersi il potere.
IL COLPO DI STATO
Alla vigilia della nomina del nuovo primo ministro, il convoglio su cui viaggiava il premier Dbeibah mentre stava tornando a casa, è stato colpito da proiettili sparati da un commando armato, che poi è riuscito a fuggire. Dbeibah sarebbe rimasto illeso. Inoltre da quello che riferisce la tv libica al-Arabiya, ci sarebbe stato un movimento di veicoli militari nei pressi dell’edificio del governo a Tripoli.
Cosa succederà nel futuro prossimo? Non è ancora chiaro se questa situazione porterà nuovamente la Libia nella violenza e nel caos, se si tornerà agli scontri tra milizie nemiche, alla irruenta guerra civile durata anni.