Studenti, un corteo globale per difendere il pianeta

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«Ho paura per il futuro dei miei figli e dei figli dei miei figli. Ho paura che loro non possano più farsi un bagno al mare e giocare in tranquillità».  Parla una mamma che ha scelto di scendere in piazza a Milano nella grande manifestazione #FridaysforFuture sul cambiamento climatico che sta coinvolgendo più di 1600 città in 100 Paesi.

La manifestazione di Milano è partita da largo Cairoli verso piazza della Scala. Protagonisti assoluti moltissimi studenti, che hanno riempito le strade con bandiere e striscioni, al grido di «ci hanno rotto i polmoni». «A livello politico non si fa abbastanza per preservare il pianeta. Ognuno di noi ha il dovere di tutelare l’ambiente con piccoli gesti che possono andare dal riciclo della plastica al controllo dei consumi», hanno dichiarato alcuni intervistati da MasterX. Tra gli adulti presenti, anche alcuni insegnanti e presidi che hanno insistito sul ruolo dell’educazione alla sostenibilità per le future generazioni. A manifestare non è stata solo la città di Milano. Da Torino a Roma, fino a Bari: sono in tantissimi ad aver partecipato.

L’attenzione nei confronti del clima si è riaccesa grazie a Greta Thunberg, la sedicenne svedese affetta da sindrome di Asperger che ha dato il via ai Fridays for Future. La sua richiesta è che i politici ascoltino la ricerca scientifica e si attengano ai limiti di temperatura concordati in occasione della Conferenza sul clima di Parigi del 2015. A cinque anni dalla sottoscrizione dell’accordo di Parigi, gli obiettivi sembrano essere ancora molto lontani.

 

 

Cambiamento climatico, come definirlo?

Ma che cos’è il cambiamento climatico? E perché dobbiamo occuparcene? Il clima sta già mutando: le temperature sono in aumento, il ghiaccio e la neve si stanno sciogliendo e il livello del mare si sta innalzando.

Come è cambiato il clima negli anni

Per l’Agenzia europea dell’ambiente è probabile che il riscaldamento sia dovuto all’aumento di gas a effetto serra nell’atmosfera prodotti dalle attività umane. Per mitigare il cambiamento climatico è necessario eliminare – o quantomeno ridurre – queste emissioni. Ma quali sono le attività che le producono? Prima fra tutte la combustione di carburanti fossili dovute alla generazione di energia elettrica utile per i trasporti o il settore civile e industriale. Accanto a questa le attività agricole, la deforestazione e le discariche. Negli ultimi 150 anni, la temperatura media è aumentata di quasi 0,8 °C e di circa 1°C in Europa. L’evento è preoccupante, visto e considerato che l’IPCC (Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico) stima che le temperature potranno salire ulteriormente di 1,8°C e superare i 2°C. Significa che aumenterebbero ondate di calore, siccità e alluvioni. Secondo le ricerche pubblicate da WWF ITALIA se il cambiamento climatico avviene in modo lento e graduale, i sistemi naturali e umani hanno capacità di adattamento. Se però avviene in tempi rapidi, nessuno dei due riesce ad adattarsi. A discapito di chi non riconosce la pericolosità della tematica, vi è da dire che il cambiamento climatico non avrebbe solo ripercussioni sull’ambiente ma anche sull’economia. A risentirne di più saranno infatti l’agricoltura, il turismo e l’edilizia.

 

L’impegno delle Istituzioni
La locandina del Trattato di Parigi sul clima, 2015.

Nel 1992, a Rio de Janeiro, si è tenuto il Summit della Terra. Qui è stata prodotta la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. I Paesi che hanno sottoscritto il trattato hanno concordato di limitare al di sotto dei 2°C l’aumento della temperatura. Per farlo, è necessario che le emissioni globali di gas a effetto serra diminuiscano rapidamente. Entro il 2050, infatti, le emissioni globali devono essere ridotte del 50% rispetto ai livelli del 1990.

Nel 2015 è stato sottoscritto un altro accordo che ancora oggi fa discutere: il trattato di Parigi. Questo ha impegnato 195 Paesi del mondo a limitare le emissioni inquinanti, stabilendo da sé i propri obiettivi ambientali, e contenere l’aumento della temperatura mondiale tra 1,5 e 2° al massimo. Dopo cinque anni la situazione non è incoraggiante. Gli Stati Uniti, secondo produttore mondiale di CO2, vogliono ritirarsi dai patti e lo stesso sembrerebbe voler fare il Brasile.

Dal canto suo, l’Unione Europea ha intrapreso una strada totalmente diversa. Entro il 2020 vuole infatti ridurre le emissioni del 20% per poi arrivare, entro il 2030, al -40%. Per realizzare questo piano, ha istituito un sistema per lo scambio di quote di gas a effetto serra proponendo una “condivisione dello sforzo”. I Paesi meno sviluppati e ricchi contribuiranno in modo ridotto rispetto agli altri.

I partiti politici e il clima
Tav
Matteo Salvini, ministro degli Interni della Repubblica Italiana

Durante le manifestazioni, a essere presa di mira è stata soprattutto la classe politica. Mancano poco più di due mesi alle elezioni europee e Matteo Salvini insieme a Marine Le Pen sono leader del blocco di destra radicale in Europa. Al parlamento europeo, nella scorsa legislatura, la Lega ha votato contro tutte le proposte di politica energetica e sul clima. Il partito sostiene inoltre che la crisi climatica sia “sfruttata” per legittimare l’immigrazione clandestina. Negli altri Paesi, le posizioni della destra non sono poi così diverse. Marine Le Pen pensa che la Convezione quadro delle Nazioni Unite sul clima sia un «complotto comunista». Della stessa idea anche l’estrema destra polacca, ceca, danese, olandese, belga e greca.

In America, intanto, pochi giorni fa i democratici hanno proclamato il Green New Deal. L’accordo vuole far sì che gli Stati Uniti assumano il ruolo di traghettatore «del mondo intero verso un’economia a zero emissioni carboniche nette entro il 2050». Per raggiungere gli obiettivi, lo strumento principale è un «piano di mobilitazione decennale». I democratici vogliono che il «100% dell’energia elettrica sia generata con fonti rinnovabili» ed entro la fine del decennio vogliono un «rinnovamento completo della rete elettrica di distribuzione col passaggio alla tecnologia digitale»; la ristrutturazione di tutte le abitazioni per il risparmio e l’efficienza energetica; investimenti massicci nei trasporti pubblici e nei veicoli elettrici.

I consigli utili

Combattere il cambiamento climatico non deve essere solo una prerogativa politica, ma deve essere un’esigenza della società e un valore di ogni cultura. Scendere in piazza e sensibilizzare è fondamentale per accendere i riflettori su una tematica tanto ostica e spaventosa. A questo, vanno accompagnate azioni che mirino a ridurre le esigenze di utilizzare macchine e altri veicoli basati su combustibili fossili e favoriscano il trasporto pubblico. È necessario poi sostenere l’ammodernamento degli edifici e sistemi di riscaldamento e raffreddamento più efficienti. Infine dar vita a pratiche agricole più rispettose del clima.

Ilaria Quattrone

Mi chiamo Ilaria Quattrone e sono nata a Melito Porto Salvo, in provincia di Reggio Calabria, il 6 agosto del 1992. Dopo la laurea in Scienze Politiche e delle Relazioni Internazionali all’Università di Messina, ho collaborato con il giornale online StrettoWeb dove mi sono occupata di cronaca e politica locale e grazie al quale ho ottenuto il tesserino come giornalista pubblicista. Mi sono laureata in Metodi e Linguaggi del Giornalismo dell'Università di Messina con il massimo dei voti e poi ho iniziato il master in giornalismo alla IULM. Da settembre a ottobre 2019 ho realizzato uno stage nella redazione dell'agenzia di stampa Adnkronos dove mi sono occupata di economia, politica e cronaca. Ho una passione per la cronaca giudiziaria e la politica, ma grazie al master ho iniziato a interessarmi al mondo del videogiornalismo e dei web reportage. Il mio sogno è di diventare giornalista d'inchiesta.

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