Qualcosa non quadra nella vicenda di Silvia Romano, la giovane cooperante milanese sequestrata in Kenya lo scorso 20 novembre. A distanza di sette mesi dal rapimento, infatti, le indagini sembrano essere giunte a un punto morto, complice la scarsa disponibilità a collaborare riscontrata nelle autorità locali. Così, un’inchiesta realizzata dal direttore di Africa Express Massimo Alberizzi e pubblicata sul Fatto Quotidiano ha cercato di offrire una visione più approfondita dell’accaduto.
Si tratta naturalmente di una ricostruzione che andrà approfondita, ma la tesi del giornalista è che Silvia potrebbe essere stata fatta sparire in quanto a conoscenza di casi di molestie e pedofilia. Non vi sarebbe stata dunque alcuna volontà di ottenere un riscatto da parte dei sequestratori – tre dei quali sono peraltro in carcere -, bensì un preciso mandato da assolvere. Secondo Alberizzi, una figura chiave potrebbe essere quella di Davide Ciarrapica, 31enne di Seregno nella cui struttura – un orfanotrofio di Mombasa – la giovane cooperante aveva deciso di prestare servizio dopo averlo conosciuto a una festa di beneficienza. Ebbene, lì sarebbe stata testimone di «cose poco corrette e imbarazzanti» e di «atteggiamenti strani di Davide e il suo socio». Cioè il figlio di un politico locale che, secondo un inquirente intervistato da Alberizzi, godrebbe in Kenya di «protezioni potenti».
A gettare ulteriori ombre sulla vicenda è inoltre il ritrovamento di un audio WhatsApp in cui Silvia, nove giorni prima di scomparire, avrebbe raccontato di essersi recata dalla Polizia per denunciare un uomo, Francis Kalama, per «atteggiamenti equivoci nei confronti di alcune bambine». Persona, anche questa, sparita nel nulla e mai arrestata come sarebbe stato promesso, invece, alla cooperante. Le gravi criticità riscontrate nelle successive indagini – documenti spariti, informazioni carenti – hanno poi fatto il resto, portando la situazione a una fase di stallo.
L’inchiesta del Fatto sembra però aver smosso le acque. Così, episodi dello stesso genere hanno iniziato a essere segnalati anche a Chakama, il villaggio dove la ragazza si trovava al momento del rapimento.
Dietro al rapimento della volontaria italiana Silvia Romano potrebbe esserci la denuncia per pedofilia contro un prete keniota? Testimonianze e audio in esclusiva https://t.co/1atWEPykrE
— Le Iene (@redazioneiene) June 21, 2019
Tutti aspetti su cui occorrerà fare luce, nella speranza che – se confermate – tali indiscrezioni possano rappresentare un netto punto di svolta in questo caso sempre più intricato. (AV)