Cellulari sì, cellulari no. A riaprire il dibattito sull’utilizzo dei telefonini nelle scuole sono state due proposte di legge: una indicata dalla leghista Giorgia Latini, l’altra suggerita dall’ex ministro dell’istruzione Maria Stella Gelmini (Forza Italia). Entrambe le ipotesi affermano l’esigenza di imporre il divieto per legge di utilizzo del cellulare all’interno scuole.
L’ipotesi è quella di esplicitare il divieto nel nuovo disegno di legge sull’educazione civica all’esame alla Camera, il cui primo firmatario è Massimiliano Capitanio (Lega) che afferma: «Per come la vedo io dovrebbe essere una norma di buon senso tenere il cellulare spento in classe. Un po’ come uno non tiene il casco in testa. Purtroppo però assistiamo continuamente alla diffusione di video registrati di nascosto a danni di compagni e docenti». Il cammino che porta all’approvazione della legge è però ancora lungo e non è scontato che il testo possa racchiudere anche il divieto all’uso dei cellulari nelle scuole. Secondo Capitanio però, una cosa è certa: «Se lo si vieta, le regole dovranno essere uguali per tutti, professori inclusi».
Di diverso parere è invece il ministro dell’istruzione Marco Bussetti che, nonostante all’inizio del suo mandato guardasse con favore alla scelta del Parlamento francese che aveva votato “sì” al divieto dei telefonini in classe, ha affermato: «Credo molto nel senso di responsabilità degli studenti sull’uso consapevole di questi strumenti ai fini di un migliore apprendimento. Condanno invece in maniera decisa l’uso per altri fini».
Appena un anno fa, l’ex ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli, aveva varato un decalogo per l’uso consapevole del telefonino a scopo didattico, che di fatto superava il divieto imposto nel 2007 con una circolare del ministro di allora Giuseppe Fioroni. Ciò che si propone la ministra Latina è di evitare che le norme varate lo scorso anno vengano interpretate dagli studenti come un via libera all’uso del telefonino all’interno degli edifici scolastici.
Più vicina al decalogo Fedeli è invece la proposta della Gelmini, già accorpata al disegno di legge sulla reintroduzione dell’educazione civica a scuola. Essa prevede il divieto di utilizzo dei telefonini all’interno delle scuole, ma delega i singoli istituti a dotarsi di regole che stabiliscano quando l’uso dei cellulari e degli altri apparecchi è consentito per «finalità didattiche o per esigenze indifferibili degli alunni».