Regionali Lombardia, Violi (M5S): “Bisogna avere un progetto credibile”

Dario Violi, coordinatore Movimento 5 Stelle Lombardia

Dario Violi, consigliere della regione Lombardia e coordinatore regionale del Movimento 5 Stelle, rigetta il modo in cui il PD ha deciso di impostare la corsa verso le elezioni 2023. L’imposizione di Majorino a guida della coalizione di centrosinistra ha spiazzato i pentastellati e ha aumentato i dubbi su una possibile alleanza. Al contrario, l’attenzione andrebbe posta sui temi caldi del momento: sanità, ambiente e infrastrutture. Unico modo per fornire una visione alternativa e, spera Violi, vincente, per la Lombardia, in una tornata elettorale in cui il centrodestra si presenta diviso e alla quale la Giunta uscente arriva dopo una gestione del Covid molto criticata.

Cosa ne pensa della candidatura di Majorino da parte del PD?

Penso che sia stato un atto di arroganza politica indice di qualcosa che non funziona. Martedì 15 novembre avevo dato un’apertura sui temi, per vedere se ci fosse una visione comune di svolta per la Lombardia. In un secondo momento poi, eventualmente, si sarebbe potuto parlare di candidati. Invece, due giorni dopo, il PD ha imposto un nome. Al netto della persona scelta, con cui ho anche un buon rapporto personale e un rapporto di stima reciproca, c’è un problema di metodo non indifferente.

A questo punto siete ancora aperti ad un nuovo confronto con le altre forze di centro sinistra per correre insieme, magari a determinate condizioni, oppure no?

Fino a qualche giorno fa sì. Oggi stiamo cercando di capire se dall’altra parte ci sia la disponibilità a ragionare davvero sui temi e su una proposta comune, mettendo da parte un candidato, per poi valutare solo successivamente il profilo adatto per il ruolo. Credo che questa sia la condizione minima. Presenteremo a breve i nostri punti programmatici più importanti e sulla base di questo poi valuteremo se c’è ancora tempo e modo di aprire alle altre forze politiche o se porteremo avanti da soli la nostra proposta.

Questa è una grossa opportunità per il centrosinistra per prendersi la Lombardia. Le elezioni infatti vedono un centrodestra che si presenta diviso, dopo una gestione difficoltosa del Covid e con questioni ambientali urgenti. Presentarsi divisi non significherebbe sprecare un’occasione?

Sicuramente. Ma questo non può essere un fattore determinante per andare insieme a tutti i costi, anche perché farlo in questo modo significa perdere poi alle urne. Ai lombardi le ammucchiate non piacciono. O sei in grado di dire loro quale progetto hai in testa e come intendi risolvere i problemi o voteranno sempre di là. Quando un elettore lombardo va a votare alle regionali sa che nel centrodestra troverà una storia ben determinata; dall’altra parte sanno che di solito c’è sempre un nome insieme a un’ammucchiata di simboli.

In sostanza, non si accettano compromessi al ribasso, si lavora sui temi e poi si vede il nome dell’eventuale candidato.

È necessario per avere un progetto credibile, altrimenti si finisce come tutte le altre volte. Se sono 30 anni che il centrodestra vince e il centrosinistra perde, è perché il loro problema è sempre stato il candidato. Prima hanno provato con uno di sinistra sinistra, poi con un democristiano, poi con uno di centrosinistra, poi hanno provato il sindaco, poi il civico, poi il sindaco vicino al mondo della televisione e adesso riproviamo con la sinistra sinistra. Sembra sempre che la ruota riparta, non si sono mai posti il problema che evidentemente è una questione di merito e non di nomi. Se fosse stato il contrario, la regione Lombardia sarebbe stata contendibile già prima.

Quali sono dunque i temi su cui il Movimento 5 Stelle vuole lavorare per la Lombardia?

I temi più importanti e divisivi riguardano soprattutto le infrastrutture, l’ambiente e la sanità. Noi abbiamo una forte convinzione che vada ripotenziata la sanità pubblica e vadano messe delle regole chiare e precise alla sanità privata, che in questi 20 anni ha fatto da padrone in regione Lombardia. Lo stesso vale per le nomine di figure apicali in sanità pubblica, che non devono essere persone di dubbia capacità e di fiducia estrema ai partiti, ma devono essere competenti e selezionati con un metodo rigoroso. In ambito ambientale poi ci sono diversi temi. Innanzitutto, visto che siamo la peggior regione per qualità dell’aria a livello europeo, quello dell’incenerimento. Dato che bruciamo i rifiuti di mezzo Paese, è una questione centrale per noi, peraltro in passato ampiamente condivisa sia dal PD che dalla Lega. A questo si aggiunge anche il tema del decommissioning, cioè della dismissione degli inceneritori più vecchi, che era stato ampiamente condiviso in Consiglio regionale qualche anno fa.

 

Leonardo Rossetti

Umanisticamente formato dal 1995 tra Appignano, Macerata, Roma e Berlino. Non mi piace parlare di me in prima persona e credo che le cose che qualcuno si dice da solo non valgano molto, dunque preferisco far parlare gli altri. "A lui piace indagare, andare a fondo in tutte le vicende, sempre. Se qualcosa non dovesse filare liscia, subito ci si butta a capofitto per scovare la verità. A volte è un po' puntiglioso e testardo. Gli piace la politica, l'arte e la musica, ma anche la letteratura: legge tanto, però tutte cose che potremmo definire...d'altri tempi" (Giulia P.) " Esuberante, sicuro di sé, intraprendente, festaiolo. Sta bene in mezzo alla gente" (Luca I.) "È un ragazzo leale e con buoni principi. È il capo 'mozz' del gruppo" (Matteo M.) Per tutto il resto: interrogate chi mi conosce.

No Comments Yet

Leave a Reply