Nuovo episodio di antisemitismo a Mondovì, in provincia di Cuneo. Sulla porta di casa di Aldo Rolfi, figlio di Lidia, una partigiana deportata a Ravensbruck nel 1944, è comparsa la scritta “Juden hier”, in italiano “qui ci sono ebrei”. L’accaduto, raccontato dallo stesso Rolfi su Facebook, potrebbe essere la reazione ad un recente articolo del figlio della partigiana pubblicato sul settimanale Provincia Granda.
Lidia, grande figura della Resistenza
In questa casa ha vissuto Lidia Beccaria Rolfi fino all’anno della sua morte, il 1996, e per questo la via dove si trova l’abitazione le è stata intitolata.
La Beccaria, dopo la deportazione, si è spesa in prima persona nel ricordare gli orrori del nazismo. Ha lavorato, infatti, per l’Istituto Storico per la Resistenza di Cuneo e per l’Associazione nazionale ex deportati. Nel 1978, in un libro intitolato Le donne di Ravensbrück, ha raccontato la deportazione femminile nei lager nazisti.
Le reazioni degli amministratori locali
Il sindaco di Mondovì, Paolo Adriano, è subito intervenuto: «È un atto gravissimo che, da sindaco e da uomo, condanno fermamente». Lancia anche un appello ai cittadini della piemontese: « Ci stiamo organizzando per rispondere con un’apertura straordinaria della Sinagoga di Mondovì: invito tutti a partecipare per esprimere non solo vicinanza e solidarietà alla comunità ebraica, ma per affermare con forza la nostra appartenenza ad una società civile e democratica e condannare pericolosi rigurgiti di antisemitismo». Un azione d’odio che non fermerà il lavoro dell’amministrazione di Mondovì per tenere viva la memoria della Shoah: « Ricordo, infine, che tra pochi giorni e con ancor più viva partecipazione, la città poserà due nuove pietre alla memoria di due concittadini deportati nei campi di concentramento». Anche il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, attraverso una nota, ha espresso indignazione per l’accaduto: «A nome della terra che rappresento e che ha pagato con tante vite il rispetto e la difesa della libertà mi indigno per un gesto ignobile che la regione condanna con la sua storia e con i suoi sacrifici. Spero che i responsabili vengano individuati al più presto e puniti con il massimo rigore» ha concluso.
Commenti anche da Zingaretti e Grasso
Anche i leader nazionali sono intervenuti sulla vicenda. Nicola Zingaretti, segretario del Partito Democratico, su Facebook ha commentato: «Ecco dove porta la cultura dell’odio. Cosa altro deve accadere per capire che dobbiamo mobilitarci tutti contro questa follia che ci porta indietro?». Al termine del post anche un messaggio di vicinanza per la comunità ebraica: «Non siete soli. Sostituiamo l’intolleranza, l’odio, la violenza, l’arroganza con la fiducia, il rispetto, la speranza, la passione. Così si costruisce il futuro migliore per tutte e tutti».
«Per l’ex Ministro dell’Interno l’antisemitismo cresce per colpa dell’immigrazione. Ad Andria una svastica su una parete della cattedrale, a Mondovì la scritta “Juden hier” sulla porta della casa dove ha vissuto Lidia Rolfi, deportata nei campi di concentramento – scrive sui social Pietro Grasso, senatore di Liberi e Uguali, lanciando una stoccata a Matteo Salvini -. Quando diciamo e sentiamo dire ‘mai più’, guardiamoci intorno, osserviamo, ascoltiamo i segni dei fantasmi del passato che riaffiorano. E combattiamoli. Perché, come ci ricorda Liliana Segre: “L’indifferenza è più colpevole della violenza stessa”.»