«Quando ci sono 18 milioni di poveri è evidente che bisogna ricostruire la sinistra e quindi il Paese: con Liberi e Uguali diamo vita a un processo aperto, di allargamento per incontrare quante più persone». Pietro Grasso, al suo esordio tv nelle vesti di leader di partito, offre già il profilo della sua discesa in campo. E contemporaneamente accende il primo scontro dialettico con il segretario dem, Matteo Renzi, di cui prevede «forse un futuro poco roseo». Pensa che sarà D’Alema a guidare Leu? «E’ una vita che guido giudici e processi. Posso guidare un partito. E ve ne accorgerete» Nello studio di Fabio Fazio presenta il simbolo di LeU, un cerchio color amaranto, con su il suo nome e quello del partito (e Michele Anzaldi chiama in causa l’Agcom, «è propaganda elettorale»).
«Per i romani era il colore della protezione», spiega. Quindi decritta la E, a forma di foglioline, che a suo dire indica «il valore delle donne nel movimento», auspicando che presto la Presidente della Camera, Laura Boldrini, sarà con lui. «Non volevo che ci fosse il mio nome nel simbolo, ma mi hanno detto – quasi si giustifica – che è come il braccialetto che si mette al polso dei neonati, e noi siamo appena nati…». Dopo aver raccontato che il suo impegno è il frutto di centinaia di assemblee e della scelta di decine di migliaia di militanti, Grasso apre il primo scontro dialettico tra il segretario del Pd. Intervistato da “La Repubblica”, Renzi aveva paragonato la discesa in campo del Presidente del Senato a quella di Gianfranco Fini. Cortese nei toni ma dura nella sostanza la replica: «In campagna elettorale manterremo un certo stile, senza attacchi. Ma io – affonda Grasso – non ho un passato politico, guardo al futuro». (MZ)