18 novembre 1999, Camera dei Deputati.
«Lascio con rammarico dopo oltre 50 anni di lavoro il mio incarico di parlamentare. Mi auguro che lo spirito di unità per cui mi sono sempre impegnata prevalga nei confronti dei pericoli che minacciano la vita nazionale. Vi ringrazio per la cortesia».
Poche righe per congedarsi, con tutta l’eleganza che ha contraddistinto la sua esperienza istituzionale. Accompagnata da un lungo applauso della Camera dei Deputati, così Leonilde Jotti, chiamata da tutti Nilde Iotti, ha salutato la vita politica italiana pochi giorni prima della sua morte avvenuta il 4 dicembre 1999.
Si è conclusa così, 20 anni fa, la storia di una donna che ha lottato per cambiare il nostro Paese e che sarà raccontata anche da Rai 1 con la docufiction Storia di Nilde, in onda in prima serata giovedì 5 dicembre.
Donna, insegnante, Presidente della Camera, membro dell’Assemblea Costituente, parlamentare, figlia di un sindacalista, compagna di Palmiro Togliatti e fervente comunista. Nilde Iotti è stata questo. Attorno a lei, per decenni, ha girato la vita istituzionale e democratica dell’Italia, il Paese che ha difeso e onorato fino all’ultima delle sue sedute parlamentari.
La sua intensa vita
È nata a Reggio Emilia il 10 aprile 1920 da una famiglia che le ha trasmesso la passione per la politica: il padre sindacalista socialista è stato licenziato per il suo impegno politico. Si iscrive poi alla Cattolica di Milano dove Amintore Fanfani è stato suo docente. Si è laureata in lettere nel 1942.
Ha partecipato attivamente alla Resistenza diventando personaggio di primo piano del PCI. Inizia nel 1946 una relazione con Palmiro Togliatti che è terminata con la morte del leader del Partito Comunista italiano. Membro dell’Assemblea Costituente, rimane tra i banchi di Montecitorio dal 1948 al 1999, ricoprendo, anche, dal 1979 al 1992 il ruolo di Presidente della Camera. Una carica che l’ha vista riconfermata per 13 anni: nessuno nella Storia d’Italia ha raggiunto il suo primato.
Nilde Iotti e le lotte in difesa delle Donne
Nilde Iotti diventa per tutti un simbolo: è la prima donna a ricoprire una delle tre massime cariche dello Stato. Grazie a lei le donne iniziano a esercitare un ruolo chiave nella vita democratica e nel suo discorso di insediamento lo ricorderà: «[…]vivo quasi in modo emblematico questo momento, avvertendo in esso un significato profondo, che supera la mia persona e investe milioni di donne che attraverso lotte faticose, pazienti e tenaci si sono aperte la strada verso la loro emancipazione».
Una lotta per la parità di genere che ha accompagnato ogni fase della sua vita. Durante il fascismo si iscrive alla Federazione dei fasci femminili di Reggio Emilia ma è solo dopo l’armistizio del 1943 che la sua passione per la politica prende forma: aderisce ai Gruppi di Difesa della donna del PCI e viene eletta nel dopoguerra Presidente dell’Unione Donne Italiane di Reggio Emilia.
Dopo la sua esperienza all’Assemblea Costituente e la sua elezione alla Camera, diventa, nel 1963, membro della Commissione Affari Costituzionali, dove si batterà per dare rilevanza al ruolo femminile nel mondo del lavoro e delle relazioni familiari. Esponente di rilievo del fronte pro-divorzio, si batte per mantenerlo nell’ordinamento anche nel referendum abrogativo del 1974.
Una donna stimata da tutto il mondo politico
È grazie alla sua esperienza, al suo attaccamento per la democrazia, e alle sue battaglie senza gabbie ideologiche che è stata una figura apprezzata e stimata da alleati e avversari politici. È grazie all’accordo tra le due anime del Parlamento spesso in conflitto, Democrazia Cristiana e Partito Comunista, che Nilde Iotti viene proposta come presidente della Camera; nel 1987 ottiene dal Presidente della Repubblica Francesco Cossiga addirittura il mandato esplorativo per formare un Governo, tentativo poi senza esiti.
Su di lei si sono spese sempre parole d’elogio, provenienti anche dai fronti politici avversari: «Aveva una concezione della democrazia in cui l’avversario politico è un amico. – ha detto Tina Anselmi, storica figura della Dc, al funerale della Iotti – Guardava sempre alle ragioni dell’altro».
Il suo spessore politico viene tutt’oggi ricordato dai colleghi che non perdono mai l’occasione per esaltare lo spirito democratico della personalità che più di tutte è riuscita a incarnare lo spirito rivoluzionario che ha alimentato le battaglie delle donne italiane dagli anni ’60. Lo ha fatto attraverso un uso del linguaggio mai fuori luogo, attraverso un rigore istituzionale rari in un panorama politico, quello italiano, fatto spesso di scontri.
L’eredità politica
C’è tanto da imparare dalla storia e dalle modalità con cui Nilde Iotti è stata protagonista della politica nazionale, e i politici di oggi non smettono di ricordarcelo: «È stata una figura carica di umanità e di impegno civile, una dirigente politica che ha dato una spinta decisiva alla battaglia per l’emancipazione delle donne. – ha dichiarato nel 2013 Laura Boldrini, ex Presidente della Camera – È stata una delle figure più prestigiose dell’Italia Repubblicana.»
Se n’è andata così 20 anni fa Nilde Iotti, ringraziando i colleghi «per la cortesia», ma il vero grazie dovremmo noi dirlo a lei, per la passione che ha avuto nel difendere la nostra Democrazia.