Chi è Luca Castellini? Da qualche giorno lo conosciamo per i commenti rilasciati in relazione ai cori razzisti di alcuni tifosi del Verona contro Mario Balotelli, attaccante del Brescia. In quell’occasione, il capo ultras della curva veronese non era allo stadio, in quanto già colpito da Daspo, ma è intervenuto a Radio Cafè per commentare quanto accaduto. «Balotelli ha la cittadinanza italiana – ha detto – ma non potrà mai essere del tutto italiano» .
Dopo queste dichiarazioni, Castellini è tornato al centro delle polemiche, ma è già noto all’opinione pubblica per quanto detto alla festa organizzata per l’Hellas nel luglio del 2017. «Chi ha permesso questa festa, chi ha pagato tutto, ha un nome: Adolf Hitler» aveva affermato sul palco. Il video aveva fatto il giro del web e solo negli ultimi giorni è stato citato a giudizio per direttissimo dalla dottoressa Barbaglio.
Cosa è successo nel 2017?
Mi pare di ricordare la Procura stessa si era espressa sulla mia battuta infelice alla festa della curva relegandola ad un contesto non politico, senza finalità di questo tipo. Per me è semplice: la “tempesta perfetta” scatenata in questi giorni dopo le mie dichiarazioni su Balotelli, oltre a innescare un ottimo dibattito nazionale, ha mosso qualcosa in alto che ha evidentemente spinto la Procura veronese ad agire nero su bianco. Ecco quindi il rinvio a giudizio per direttissima a distanza di 2 anni dai fatti.
E’ stato semplicemente preso dallo scaffale un esposto inoltrato a suo tempo da associazioni vicine alla sinistra, così sono state aperte le indagini per poi chiuderle in 48 ore, notificandomi la direttissima. Direi che in questo caso la giustizia italiana è stata più veloce di quella australiana.
Lei è l’unico imputato del processo previsto per marzo 2020.
Sono l’unico imputato e ritengo di rientrare nel famoso motto “colpirne uno per educarne cento”. Attraverso questo processo, che credo sia al limite dell’assurdo, si vuol dare un preciso messaggio a tutta l’opinione pubblica su quello che si può dire o non dire in Italia. Spero in futuro non diventi “quello che si può pensare o non pensare”.
Se pensa che Balotelli non possa definirsi italiano, crede lo stesso anche dei cittadini del nostro Paese con origini straniere?
Ritengo di non aver assolutamente offeso né Mario Balotelli né nessun cittadino italiano di origine straniera. Mi pare che lui stesso, qualche anno fa, avesse dichiarato di sentirsi prima africano che italiano. Tanti opinionisti, famosi critici d’arte, direttori di giornali, conduttori radiotelevisivi hanno ribadito posizioni simili alle mie in questi giorni.
Penso che quello che ho detto non sia offensivo e che incontri non solo il favore di gran parte degli Italiani, ma anche e soprattutto della gran parte degli stranieri residenti in Italia, sia di prima che di seconda generazione. Le persone di origine straniera con cittadinanza italiana sono evidentemente felici di lavorare e pagare le tasse nel nostro Paese, che siano o meno consapevoli di rientrare in un gioco mondialista più grande di loro. Non per questo devono disconoscere le loro origini dicendo che si sentono italiani al 100%. Domandiamo agli stranieri francesi anche di terza generazione che fischiano la Marsigliese allo stadio o ai turchi residenti e spesso ghettizzati in Germania se si sentono al 100% francesi o tedeschi.
Quindi un’opinione sullo ius soli e ius culturae?
Penso che siano provvedimenti che non nascono da qualche parlamentare italiano ma da una spinta mondialista e di mercato che “pretende” un allineamento e un livellamento culturale ed etnico dei popoli europei per favorire lo sviluppo di un mercato uguale per tutti, più facile, meno diversificato, meno qualitativo e quindi più economicamente remunerativo. Tutto questo, appunto, attraverso una sostituzione etnica che parte da concetti quali lo ius soli. Bisogna valorizzare le differenze, non cancellarle con provvedimenti legislativi che “trasformano” dall’oggi al domani un nigeriano in un trevigiano, come un trevigiano in nigeriano.
Cosa pensa invece di quello che sta succedendo alla Senatrice Segre? Ieri a Milano c’è stata una manifestazione solidale in piazza alla quale era presente anche Matteo Salvini. Le hanno assegnato la scorta per le offese ricevute online.
Hanno detto che viene insultata sui social ogni giorno, ma mi risulta che non possieda profili personali. La scorta o anche la cittadinanza onoraria proposta in qualche città, come ho recentemente sentito, rappresentano secondo me la riprova sostanziale che quando un governo italiano è in forte crisi di consenso popolare, ricorre alle tragedie della storia per recuperare terreno.
Il Verona società ha deciso di estendere il suo Daspo fino al 2030.
Capisco che la Società del Verona abbia ricevuto pressioni esterne pesanti dopo che il caso è finito su tutti i giornali del mondo. So che per tutelare l’azienda ha dovuto “scaricare l’appestato”, inchinandosi a Federazione e Ministero. Farò ovviamente ricorso e chiederò anche i danni.
Continuerà a seguire il Verona da casa?
Seguo il Verona da quando ero bambino e conosco bene la differenza tra il calcio in sé e l’appartenenza vera. La squadra di calcio dell’Hellas Verona si segue allo stadio o in TV, ma appartiene a me come a tanti, indipendente dalle singole condizioni di restrizione più o meno legali.
Su Liliana Segre
Sulle offese ricevute online dalla Senatrice negli scorsi giorni, Castellini ha affermato che non possedendo profili social personali, la Segre non avrebbe potuto ricevere le minacce. Tuttavia, i commenti violenti sono stati postati su internet in spazi di dibattito quali twitter e Facebook, prescindendo dalla presenza di un profilo pubblico di riferimento.
Il quantitativo di offese è stato tale da portare alla decisione di assegnare a Liliana Segre una scorta, per tutelarla da possibili attacchi che da virtuali potrebbero diventare reali.