
Mario Draghi è tornato in Parlamento per la prima volta dopo le sue dimissioni da capo del governo. Si è mostrato sorridente davanti alla decina di fotografi nella sala Koch al Senato. “Rientro in queste aule con un po’ di emozione e tanta gratitudine” ha detto, riconoscendo tra i 120 parlamentari presenti alcuni ministri che avevano fatto parte della sua squadra. L’ultima volta che il banchiere aveva varcato le soglie del Parlamento era stato il 21 luglio del 2022, il giorno in cui aveva annunciato l’intenzione di lasciare la carica di Presidente del Consiglio.

Il rapporto sulla competitività europea
Il Rapporto sul futuro della competitività europea, commissionato dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, era stato già presentato lo scorso settembre al Parlamento europeo. Oggi l’ex premier lo ha esposto davanti alle commissioni congiunte di Camera e Senato (Politiche Ue, bilancio e industria). Draghi lo ha definito un dibattito decisivo per il futuro dei cittadini italiani ed europei, descrivendo come l’Unione Europea fosse già in forte ritardo quando Von der Leyen gli chiese di redigere lo studio sulla competitività europea.
Il pericolo di Trump
Pace, prosperità, solidarietà, e con l’alleanza americana, sovranità, indipendenza e sicurezza. “Questi sono i valori costituenti della nostra Unione Europea”, ha sottolineato Draghi. Principi che adesso sono messi in pericolo dal cambio di leadership negli Stati Uniti con la presenza di Donald Trump. Per l’economista la prosperità è minacciata dalla guerra commerciale annunciata dal tycoon che incomberà su aziende italiane ed europee. La sicurezza, per Draghi, è messa in discussione sempre da Trump con l’atteggiamento che il presidente Usa ha nei confronti di Putin. “L’Europa è oggi più sola nei fori internazionali, come è accaduto di recente alle Nazioni Unite”. L’economista si è interrogato su chi difenderebbe l’Europa in caso di aggressione esterna e con quali mezzi. L’Unione europea, secondo Draghi, avrebbe comunque dovuto dare una risposta alla stagnazione economica e assumere maggiori responsabilità sulla propria difesa di fronte a un minore impegno americano già preannunciato. “Gli indirizzi della nuova amministrazione hanno ridotto drammaticamente il tempo disponibile” ha dichiarato Draghi.
L’Europa è indietro sull’A.I.
L’Unione Europea ha un forte gap nei confronti di Cina e Usa nel campo dell’intelligenza artificiale. Questo è un dato oggettivo per l’economista. “Il ritardo europeo è probabilmente incolmabile” ha commentato. Il fattore importante, ha sottolineato, è che le industrie, i servizi e le infrastrutture devono incrementare l’uso dell’intelligenza artificiale nei propri settori.

Gli Stati devono essere coesi tra loro
In tema di difesa occorre una coordinazione comune. La maggior parte delle piattaforme militari, ha spiegato, l’Ue le acquista dagli Stati Uniti. “La difesa oggi non è solo armamento ma anche tecnologia digitale. “Il ricorso al debito comune è l’unica strada” e ha aggiunto che per rispondere alle necessità stilate dal rapporto l’Ue deve agire come un unico Stato. Le scelte cui deve far fronte l’Unione europea, oggi, sono cruciali: “Uno Stato è forte solo se coeso insieme agli altri”. L’ex premier ha chiuso l’audizione ironizzando: “Vedo che guardate l’orologio per cui vi ringrazio tantissimo per l’attenzione”.
“Ridateci Draghi”, ha commentato Carlo Calenda. Secondo il leader di Azione l’economista ha una capacità di comprensione superiore sulle dinamiche europee: “Draghi non ha solo spiegato cosa va fatto, ma anche come”.