Tutte le mamme desiderano vedere le proprie figlie sull’altare, ma a una donna pakistana il matrimonio è costato caro. E’ stata infatti condannata dal tribunale di Birmingham a quattro anni e mezzo di carcere, una mamma di 45 anni con l’accusa di matrimonio forzato e di falsa testimonianza. La donna ha costretto la figlia pakistana a sposare in patria un uomo più vecchio di lei di sedici anni. “Mi ha tirata per un braccio e tenuta stretta finché lui non mi ha infilato l’anello” ha detto la giovane davanti al giudice, prima che questo definisse la vicenda “di inaudita crudeltà”.
La trappola è stata realizzata ad hoc: prima la scusa di una vacanza in Pakistan, poi in cambio, la promessa di un telefonino. Passano pochi giorni, giusto quelli necessari per far compiere alla ragazza 18 anni e la vittima si ritrova davanti all’Imam a pronunciare il fatidico “sì”.
Quello che sarà il marito non le è però del tutto sconosciuto; l’uomo l’aveva violentata quando aveva solo 13 anni. La giovane ha così approfittato del ritorno in Gran Bretagna per abortire. Il medico che l’aveva in cura ha raccontato l’accaduto ai servizi sociali. Il processo alla madre è iniziato nel mese di gennaio.
E’ stata introdotta nel 2014 in Inghilterra la legislazione contro i matrimoni forzati e da allora sono stati più di 1200 i casi denunciati, ma questo risulta il primo processo in cui a testimoniare è la vittima stessa.
«Il matrimonio forzato – come ha spiegato l’attivista e scrittrice pakistana Bina Shah – è culturalmente radicato in Pakistan, le ragazze sono considerate come merci e le nozze, soprattutto nelle zone rurali, sono un modo per mantenere la proprietà in famiglia». (cs)