Friuli: il muro anti-migranti sarebbe il più lungo d’Europa

Lo hanno chiamato secolo breve, ma il Novecento dei muri non sembra ancora finito. L’Europa ne ha visti ovunque, dal più noto che divideva Berlino est e Berlino ovest ai meno conosciuti come a Gorizia, l’ultima Berlino del vecchio continente, dove un muro divise la Piazza Transalpina fino al 2007. Il 2015 fu l’anno in cui Angela Merkel aprì le porte a mezzo milione di migranti, molti provenienti dalla Siria in guerra. Si parlò di rotta balcanica. La stessa che pochi giorni fa il governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, ha citato per motivare la sua proposta choc. Un muro di 243 km al confine con la Slovenia. Sul modello di Trump? O magari rinforzando soltanto i controlli? In attesa di capire se il nordest avrà una nuova zona A e una nuova zona B come nella Trieste del dopoguerra, vi raccontiamo la storia di cinque muri in Europa.

Berlino, 1961

I sovietici lo motivarono come una protezione contro i nemici dell’altro blocco, quello capitalista e statunitense. Il resto del mondo ci vide invece un tentativo da parte di Mosca e della Repubblica Democratica Tedesca di frenare l’emigrazione che da Est muoveva verso Ovest in cerca di opportunità e vita migliore. Mattone dopo mattone, la capitale tedesca venne divisa in due fino al 9 novembre 1989. E non solo: il confine artificiale e politico era lungo 154 km e divideva le due Germanie. Famiglie divise per decenni e una terra di nessuno che in centinaia tentarono comunque di attraversare, anche a costo della vita. Particolari minori della Storia, che restituiscono però il clima di un’epoca. Come nel film Il Ponte della spie del regista Steven Spielberg.

Gorizia, il nostro muro

Anche l’Italia ebbe il suo muro, l’ultimo a essere picconato quasi vent’anni dopo la fine della Guerra Fredda. Gorizia, che alcuni friulani paragonano a una Babele tante sono le lingue ed etnie che la abitano, venne divisa dal battezzato “muretto”, un reticolato che spaccava in due Piazza Transalpina. Qui correva il confine tra Italia e la Jugoslavia, da una parte Gorizia, dall’altra Nova Gorica. Soltanto nel 2004, quando anche la Slovenia entrò nel sistema Shengen, fu possibile viaggiare per la città senza passaporto. Tre anni dopo il muro venne rimosso definitivamente. Ecco perché si scrisse di Gorizia come ultima Berlino d’Europa.

Ulster: il peso di Brexit

Se ne parla da anni dopo il voto su Brexit. Dal 2016 in poi la questione del confine tra Irlanda del Nord e Irlanda, una protestante e l’altra cattolica, continua a dividere Bruxelles da Londra per una principale ragione. Da una parte l’Unione Europea non vuole che ci siano confini rigidi tra l’Ulster – sinonimo usato per il Nord protestante – e l’Irlanda, ma richiede la garanzia di  libera circolazione di merci e persone; dall’altra soprattutto l’Inghilterra rifiuta questa soluzione che non soltanto segnerebbe differenze all’interno del Regno Unito, ma assesterebbe un ennesimo colpo ai fautori di Brexit, battutisi per l’uscita totale dall’Unione Europea. Le chiamano Peace Lines, le linee della Pace, e nella capitale nordirlandese Belfast sono ormai parte del paesaggio urbano. Eretti negli anni ’70, durante i Troubles che insanguinarono la città, i muri (di lunghezza variabile: fino a 4 km) sono rimasti in piedi e abbelliti dai murales. Traccia di un confine che rischia di tornare.

 

Cipro, il muro lontano

Lontana dall’Europa, ma con mezza isola dentro l’Unione dal 2004. L’isola del Mediterraneo orientale fu teatro di un colpo di stato sostenuto dalla Grecia che nel 1974 rovesciò il governo provocando l’intervento della vicina Turchia. L’esercito di Ankara occupò la parte settentrionale, dividendo Cipro in due. Sopra la Green line, 180 km di lunghezza, che attraversa la capitale Nicosia, dal 1983 c’è l’autoproclamata Repubblica Turca di Cipro del Nord, riconosciuta soltanto dalla Turchia; a sud la Repubblica di Cipro a maggioranza greca. Pur essendoci molti punti di passaggio tra i due stati, il muro politico (e militare) resta.

Ceuta e Melilla: muro e filo spinato

La prima frontiera terrestre europea sul continente africano. Sono le enclave spagnole di Ceuta e Melilla che, al confine con il Marocco, hanno costituito un ideale punto di approdo dei migranti in Europa. Sono 20 i km di barriera metallica, alta 6 metri, che il governo di Madrid scelse di costruire negli anni ’90 per arginare il flusso di migranti. Questo è uno dei teatri dove le organizzazioni umanitarie hanno denunciato comportamenti violenti e repressivi da parte della Spagna. Il modello di Ceuta e Melilla è stato più volte ripreso anche dai sovranisti italiani come esempio di difesa dei confini.

 

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