La sera del 19 giugno cittadini e attivisti per i diritti dei migranti si sono riuniti davanti al Consolato greco di Milano. L’obiettivo era dire basta alle morti di chi fugge dal proprio Paese. Il 20 giugno infatti si celebra la Giornata mondiale del rifugiato, una ricorrenza che quest’anno arriva proprio qualche giorno dopo l’ultimo naufragio al largo della Grecia. Gli oltre 600 dispersi in mare e più di 80 morti accertate si aggiungono alle 26mila degli ultimi dieci anni nel mar Mediterraneo.
«Se non vogliamo più vedere tragedie come questa, dobbiamo chiedere politiche diverse rispetto a quelle che sono state imposte negli ultimi 30 anni da tutto l’arco costituzionale», urla alla piazza Rahel Sereke, fondatrice di Cambio Passo, associazione per il supporto dei migranti in città. Tra le vittime c’erano anche persone che avrebbero avuto diritto a un asilo. «Dobbiamo riconoscere che le morti sono causate proprio da queste politiche anti immigrazione», aggiunge Sereke.
Attivisti al presidio
Al presidio quasi tutti sventolano la bandiera di una delle associazioni che hanno aderito. Si tratta di realtà che provano ad assistere in vario modo le persone arrivate illegalmente nel nostro Paese. Tra le altre, ci sono Sos Mediterranée, Emergency e Rete scuole senza permesso. «Faccio parte di una Rete costituita da una trentina di scuole milanesi. Insegniamo la lingua gratuitamente anche a chi non ha il permesso di soggiorno. Solo così si può garantire una reale integrazione», spiega l’attivista Livia Molinari. Come tante persone presenti alla manifestazione, Molinari è arrivata qui con le idee chiare: «Se vuoi sconfiggere gli scafisti devi eliminare le leggi che rendono impossibile migrare per cercare lavoro o raggiungere la propria famiglia che si trova già in Europa. L’illegalità l’abbiamo creata noi con le leggi europee e con quelle italiane».
A chi interessano i diritti dei migranti?
Osservando questa manifestazione, si potrebbe dire che ai giovani i diritti dei migranti non interessano molto. A notarlo è una trentenne, Manuela Marotta: «Sono persone come noi che muoiono perché nessuno le soccorre. È un tema di cui dovremmo occuparci tutti e sinceramente mi sorprende che non sia così».
19 giugno: #presidio davanti al #Consolato greco di Milano per dire basta alle morti dei #migranti dopo l’ultimo #naufragio avvenuto il 14 giugno al largo della #Grecia. Le vittime accertate sono già più di 80 e diverse centinaia le persone ancora disperse. Di @campisi_elisa pic.twitter.com/7nFwpMY6Gh
— MasterX (@masterx_iulm) June 19, 2023
I dati di Unhcr
Eppure, la realtà fotografata dall’Unhcr è sotto gli occhi di tutti. Oltre 108 milioni di profughi in tutto il mondo. Persone torturate e abusate in campi di detenzione, costrette a viaggi in cui rischiano la propria vita. Solo nel 2022 erano 62,5 milioni gli sfollati interni e oltre 35 milioni i rifugiati.
«Oggi siamo qui per le mancate scelte di più governi, non solo del nostro. Per chiedere che le istituzioni si assumano le proprie responsabilità – dice Massimo Malara, volontario di Emergency – . Vogliamo tenere le luci accese sul Mediterraneo, che è diventato un cimitero a cielo aperto».