Elezioni europee,
come sarà il nuovo Parlamento?

Notizia aggiornata al 29 maggio ore 22.00

Domenica 26 maggio è stato l’ultimo giorno delle elezioni europee, con cui gli stati dell’Unione hanno potuto scegliere i loro rappresentanti al Parlamento Ue. Alcuni stati, come la Gran Bretagna e i Paesi Bassi, hanno votato nei giorni precedenti, ma la maggior parte dei Paesi sono andati alle urne nella giornata di domenica. Nonostante siano passate molte ore (in alcuni casi, appunto, diversi giorni) il sito del Parlamento europeo non ha ancora disponibili i risultati finali per ogni singolo Paese. Motivo per cui i dati che seguono sono provvisori.

Composizione del nuovo Parlamento europeo

Stando ai risultati al momento disponibili sul sito del Parlamento europeo, questo grafico mostra la possibile composizione della nuova assemblea Ue. La maggioranza dei seggi va al PPE, il Gruppo del Partito popolare europeo (quello di cui fa parte anche Forza Italia): sono 179 i seggi che si porta a casa. La seconda forza parlamentare è il Gruppo dell’Alleanza progressista di Socialisti e Democratici al Parlamento europeo (S&D), che riesce a conquistare 153 posti. Di questo fa parte anche il Pd italiano. Medaglia di bronzo per il Gruppo dell’Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l’Europa + Renaissance + USR PLUS (ALDE&R), che ottiene 105 seggi. Il quarto posto se lo aggiudica il Gruppo dei Verdi/Alleanza libera europea, la vera sorpresa di queste elezioni europee: a loro vanno 69 seggi, esattamente il 9,19% del totale. Segue ECR, Gruppo dei Conservatori e Riformisti europei (di cui fa parte anche Fratelli d’Italia), che conquista 63 posti in Parlamento. ENF, il gruppo di cui fa parte anche la Lega di Matteo Salvini, strappa 58 seggi, mentre il Gruppo Europa della Libertà e della Democrazia diretta (EFDD), cui sono alleati i grillini italiani, si porta a casa 54 posti in Parlamento.

Quanti hanno votato?

I dati sull’affluenza in queste elezioni europee (fonte Parlamento europeo)

In generale l’affluenza è stata buona. Sommando tutti i risultati si arriva al 50,94%. Tra i paesi più virtuosi alle urne vi sono il Belgio, primo su tutti con l’88,47%, e a seguire il Lussemburgo con l’84,10%. Subito dopo viene Malta, dove il 72% degli abitanti ha voluto esprimere la propria preferenza. Nella media Austria, Cipro, Francia, Grecia e Irlanda, così come Italia, Lituania, Romania e Svezia. Tra i peggiori la Slovacchia e la Slovenia, rispettivamente con il 22,74 e 28,32% dei votanti alle urne. Interessante, infine, il dato sulla Gran Bretagna, dove probabilmente la delusione per un voto puramente burocratico a causa del continuo procrastinare la Brexit ha spinto i cittadini a non riversarsi ai seggi: solo il 37% degli aventi diritto ha scelto di andare a votare.

Le elezioni di domenica 26 maggio

Chiamati a votare Francia, Germania, Grecia, Italia, Bulgaria, Portogallo, Polonia, Austria, Romania, Finlandia, Cipro, Lituania, Belgio, Croazia, Danimarca, Estonia, Lussemburgo, Slovenia, Svezia e Ungheria.

Italia

Le elezioni europee sanciscono il trionfo della Lega, primo partito con oltre il 34% e 29 seggi. A seguire il Pd, che conquista 19 posti in Parlamento Ue grazie al 22,7% delle preferenze. Calo deciso (e anche previsto) per il Movimento 5 Stelle rispetto al boom delle elezioni dell’anno scorso: il risultato porta a un tiepido 17,06% e a 14 seggi. Forza Italia segue a distanza con 8,77%, mentre il partito di Giorgia Meloni Fratelli d’Italia porta a casa un 6,45%, entrando per la prima volta nel Parlamento Ue. Il partito di Emma Bonino, +Europa, raggiunge un 3,11% ma non conquista seggi.

Francia

I risultati finali del voto in Francia

La medaglia d’oro va al Rassemblement National di Marine Le Pen che con 23,5 punti percentuali conquista 22 seggi, superando così la Republique en Marche di Emmanuel Macron (ferma al 22,4% con 21 seggi). La destra dell’ex presidente Sarcozy fa male, con un 8,2% (e 7 posti in Parlamento), e peggio ancora i socialisti. Importante notare che entrambi i partiti storici francesi sono stati superati dai Verdi, che registrano un 13,13% e ottengono 12 seggi.

Germania

I risultati finali del voto in Germania

I risultati danno il Cdu, il partito di Angela Merkel, stabile rispetto al 2014. Ha conquistato 29 seggi, con il 28,7% delle preferenze (alle precedenti elezioni era al 30%). Crollato il consenso verso i socialdemocratici della Spd, che sono passati dal 27 al 15,6% e ottengono così 16 seggi. Da notare la crescita importante dei Verdi, che dovrebbero essere il secondo partito con quota 20,7% e 21 posti in Europa. Ferma al 10% l’estrema destra dell’Afd, che riesce a strappare 11 seggi.

Grecia

Uno dei Paesi che più è stato vessato dalle misure prese dalla BCE per fronteggiare la crisi ha confermato un forte sentimento europeista. Chiara una vittoria del centrodestraNuova democrazia, il partito guidato da Kyriakos Kyriakos Mitsotakis ha ottenuto il 33,27%, conquistando 9 seggi. Syriza, capitanato dal primo ministro Alexis Tsipras, ha raggiunto il 23, 85% delle preferenze e 6 seggi. Al terzo posto il partito socialista Kinal, figlio del partito Pasok, che porta a casa 1 seggio e il 5,71% dei voti. Anche l’estrema destra, rappresentata da Alba Dorata ha ottenuto 1 seggio, grazie al 4,85% delle preferenze. Subito dopo gli exit poll il premier Tsipras ha annunciato le elezioni anticipate.

Spagna

Un mese fa le politiche, che avevano visto trionfare i socialisti. Anche con le europee si conferma questa tendenza. Hanno registrato un vantaggio importante i socialisti del premier attuale Pedro Sanchez, con il 32,84% e 20 seggi. A seguire i popolari con il 20,13% e 12 posti in Parlamento. I liberali di Ciudadanos si sono fermati a 12,8 punti percentuali e 7 seggi conquistati. Tre partiti pro Europa. Anche in Spagna crescono i Verdi, che hanno ottenuto un 10,5% delle preferenze e 6 posti al Parlamento Ue. Il partito di estrema destra Vox ha subito un arresto, arrivando al 6,20% contro il 10% delle politiche, e portandosi a casa 3 seggi.

Austria

Un paese interessato da uno scandalo che è scoppiato alcuni giorni fa. I risultati delle elezioni hanno riservato alcune sorprese. I popolari del cancelliere Kurz hanno conquistato consenso, crescendo di 7 punti percentuali e arrivando al 34,60%, con 7 seggi. I sovranisti di Christian Strache, eliminati dal governo proprio a causa della vicenda degli appalti promessi perdono solo il 2%, ottenendo un 17,20% e 3 posti in Parlamento. Stabili i socialdemocratici, che hanno conquistato 5 seggi grazie al 23,9% delle preferenze. I Verdi hanno confermato una crescita, toccando quota 14 punti percentuali e ottenendo 2 posti.

Ungheria

Si conferma per ora la roccaforte sovranista. Il partito di Viktor Orbàn infatti ha riscosso il 52,33% delle preferenze, portandosi a casa 13 seggi. I socialisti hanno raggiunto il 16,9% dei voti, ottenendo 4 posti in Parlamento.

Croazia

Dai risultati finali emerge che il primo partito è quello dei conservatori (il cui rappresentante è il primo ministro Andrej Plenkovic), con il 22,72% e 4 seggi. Fermi al 18,70% i socialdemocratici (che hanno ottenuto 3 posti in Parlamento).

Finlandia

I conservatori superano i socialdemocratici, ribaltando gli esiti delle elezioni politiche di pochi mesi fa. Anche qui buono il consenso ottenuto dai Verdi, che raggiungono il 14%, mentre è in calo il partito dei Veri Finlandesi (alleati della Lega di Matteo Salvini), che sono scesi al 13,50%, raggiungendo il medesimo risultato del 2014.

Danimarca

Situazione ribaltata in Danimarca, dove i socialdemocratici superano i liberali di destra di Rassmussen, premier attuale. Hanno infatti ottenuto il 23,5% delle preferenze, con 3 seggi. Notevole arresto per gli euroscettici, che hanno registrato un 10,76% contro il 26% delle precedenti elezioni europee. Bene i Verdi, che hanno ottenuto il 13,20% con 2 seggi. Indietro i liberali di Margrethe Vestager, commissaria dell’Unione europea.

Polonia

Il partito conservatore al governo Diritto e Giustizia (PiS) ha sbaragliato la concorrenza, ottenendo oltre il 45,3% dei voti. Segue, con il 38,47% delle preferenze, la coalizione composta dai centristi di Piattaforma civica, dal Partito popolare polacco, l’Alleanza della sinistra democratica e i Verdi.

Romania

Sfida accesa tra i due partiti principali e crescita esponenziale di un partito europeista. Il Partito nazionale liberale Curs-Avangarde e il Partito socialdemocratico sarebbero entrambi al 25,8%. Il primo subirebbe così un calo del 4%, mentre il secondo un ben più grave crollo del 12%. Alleanza 2020, pro Europa, avrebbe subito una forte ascesa, portandosi al 23,9%.

Cipro

Vittoria dei popolari di Dizy, che conquistano il 29,02% delle preferenze. I comunisti di Akel hanno invece ottenuto il 27,49%. In crescita, con 8,25 punti percentuali, l’estrema destra che però non riesce a conquistare seggi in Parlamento.

Gli altri paesi

Paesi Bassi e Gran Bretagna hanno votato il 23 maggio, ma hanno iniziato lo spoglio solo questa sera. La regola impone infatti che lo scrutinio delle schede possa iniziare solo quando tutti gli altri stati hanno terminato le elezioni.

Gran Bretagna

Primo partito in assoluto il Brexit Party di Nigel Farage, che ha ottenuto il 31,69%. Gli elettori hanno voluto esprimere il proprio malcontento nei confronti di Theresa May e della Brexit ancora in stallo, a tre anni dal referendum. I Tories infatti hanno subito un tracollo ingente, posizionandosi come quinta formazione del Paese con l’8,68%. I liberal-democratici hanno raggiunto il 18,53%, mentre i laburisti si sono fermati al 14,08%. I Verdi hanno ottenuto un 11,1%.

Alice Scaglioni

Ho frequentato il Master di Giornalismo IULM. Mi occupo principalmente di economia, tecnologia ed esteri. Scrivo per il Corriere della Sera, redazione Economia, PrimaOnline e D la Repubblica, nella sezione DYoung. Fan di Twitter, dove condivido tutto quello che scrivo (@alliscaglioni)

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