Mercoledì 21 agosto è stato il primo giorno di consultazioni al Quirinale dopo le dimissioni di Giuseppe Conte nella serata di martedì. La giornata decisiva rimane quella di domani, quando verranno ascoltati Pd, Lega e 5 Stelle, ma anche dai colloqui di oggi sono sorte questioni importanti. Dall’incontro del presidente Mattarella con i Gruppi misti è emerso il via libera a un governo giallorosso, composto da M5S e Pd. In mattinata poi, durante una riunione del Partito democratico, il segretario Nicola Zingaretti ha aperto a un possibile accordo con i grillini. Tutti i partecipanti hanno approvato infatti all’unanimità cinque punti per poter trattare sulla nascita di un nuovo governo.
Le prime consultazioni
I primi appuntamenti sono stati con la presidente del Senato Maria Elisabetta Casellati e poi il presidente della Camera Roberto Fico. Prima di loro, il capo dello Stato Sergio Mattarella aveva sentito telefonicamente il presidente emerito Giorgio Napolitano. Sia Casellati sia Fico, una volta terminato il colloquio, non hanno voluto rilasciare dichiarazioni.
I Gruppi misti e Leu
A seguire, secondo il calendario stabilito dal Quirinale, è stato il turno del gruppo parlamentare «Per le autonomie (Svp-Patt-Uv)» del Senato. La maggioranza di loro ha dichiarato di essere disponibile a confrontarsi per valutare la nascita di un nuovo governo alternativo. «Siamo tutti d’accordo sul fatto che sarebbe molto irresponsabile votare in autunno, quando si deve fare la legge di Bilancio, mandare una proposta in Europa e non andare in esercizio provvisorio».
Dopo ha parlato il Gruppo misto del Senato, che include i senatori Emma Bonino (+Europa), Riccardo Nencini (Psi), Pietro Grasso e Loredana De Pretis (Liberi e Uguali). Per De Petris il voto anticipato è un pericolo per il Paese, che auspica un governo non breve e non di transizione. Bonino ha poi puntato l’attenzione sulla necessità di raccogliere le firme per presentare le liste in caso di voto anticipato, altrimenti alle elezioni andranno solo cinque partiti. «Serve un governo di totale alternativa politica e programmatica rispetto al governo gialloverde», ha aggiunto la leader di +Europa, concludendo che «Serve un governo del fare e del disfare». L’ex presidente del Senato Pietro Grasso ha chiesto ai due partiti maggiori (Pd e M5S) di «avere un po’ di coraggio e di trovare un accordo comune rapidamente».
Il Gruppo misto della Camera si è poi detto fiducioso nei confronti del presidente Mattarella. Beatrice Lorenzin, ex ministro della Salute, ha affermato di essere favorevole a un governo di legislatura, ma ha aggiunto che «serve una quadra intorno a un programma condivisibile». Per ultimi hanno parlato i rappresentanti di Liberi e Uguali, che hanno ribadito la linea dei senatori Grasso e De Petris.
I cinque punti voluti da Zingaretti
In mattinata poi il segretario dei dem Nicola Zingaretti ha organizzato una rapida riunione, durante la quale l’unanimità del partito ha approvato questi cinque punti per poter trattare con i 5 Stelle.
- Appartenenza leale all’Unione europea
- Pieno riconoscimento della democrazia rappresentativa, a partire dalla centralità del parlamento
- Sviluppo basato sulla sostenibilità ambientale
- Cambio nella gestione dei flussi migratori,con pieno protagonismo dell’Europa
- Svolta delle ricette economiche e sociali, in chiave redistributiva, che apra una stagione di investimenti
Alla riunione erano assenti due personalità notevoli del partito, Carlo Calenda e Matteo Renzi. Era stato proprio l’ex segretario ad anticipare l’esito della direzione dem. Parlando alla trasmissione Radio Anch’io aveva detto: «Credo che Zingaretti riceverà tranquillamente un forte mandato». I più vicini a Matteo Renzi hanno garantito appoggio alla linea di Zingaretti, ma è lui stesso a temere “ribaltoni” in caso di avvio reale del governo giallorosso.