Ballottaggi, vittoria del centrosinistra nelle città

Sette città al centrosinistra, quattro al centrodestra, due alle liste civiche. È questo l’esito dei ballottaggi che si sono svolti domenica 26 giugno in 65 comuni italiani, tra cui 13 capoluoghi. Un bilancio che fa tirare un sospiro di sollievo al Partito Democratico – forse l’unico vero vincitore di questa tornata di amministrative – e che lascia l’amaro in bocca agli elettori di centrodestra. Al risultato, infatti, hanno contribuito in modo determinante i dissapori tra Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega. Una coalizione che già da qualche mese aveva iniziato a mostrare segnali di scarsa unità e che adesso, in vista delle regionali in Sicilia e delle elezioni politiche del prossimo anno, sarà costretta a sedersi a un tavolo per risolvere i dissidi interni.

I risultati, città per città

Uno dei risultati più inaspettati della tornata di amministrative è senz’altro l’elezione di Damiano Tommasi a Verona. L’ex calciatore, candidato del centrosinistra, ha sconfitto il sindaco uscente Federico Sboarina, sostenuto da Lega e Fratelli d’Italia. Quella di Verona era una delle elezioni più attese di questi ballottaggi. Dal 1994 ad oggi, infatti, la città è stata governata quasi ininterrottamente da sindaci di destra e centrodestra. Questa volta, però, la mancanza d’intesa su un candidato unitario ha spianato la strada alla vittoria di Tommasi.

Un’altra vittoria simbolica del centrosinistra è quella di Paolo Pilotto, che a Monza è riuscito a battere il sindaco forzista uscente Dario Allevi. Anche in questo caso il risultato assume un forte valore simbolico per via della storia della città, che è stata per anni una roccaforte del centrodestra e del berlusconismo.

Dall’altra parte, il centrodestra ottiene un’importante vittoria a Lucca, dove Mario Pardini, candidato del centrodestra sostenuto anche da Casapound e Italexit, è riuscito a strappare la città dalle mani del centrosinistra.

A Viterbo e Como, sono le liste civiche a spuntarla. Nel capoluogo piemontese, Chiara Frontini ha battuto la candidata dem Alessandra Troncarelli con il 65% dei voti. A Como, invece, è stato eletto Alessandro Rapinese, candidato civico al terzo tentativo in 15 anni, che ha sconfitto in rimonta la candidata del centrosinistra Barbara Minghetti.

Di seguito i risultati dei ballottaggi negli altri capoluoghi.

 

Le altre sfide più attese

I tredici capoluoghi di provincia, però, non sono le uniche piazze da tenere d'occhio. Il centrodestra ha ottenuto una riconferma importante a Sesto San Giovanni, città storicamente di sinistra e a lungo ribattezzata la "Stalingrado d'Italia". Il sindaco uscente Roberto Di Stefano (Lega) ha centrato il bis con il 52% dei voti, superando Michele Foggetta, segretario cittadino di Sinistra Italiana e vincitore delle primarie di centrosinistra.

Significativi anche i risultati di alcuni piccoli Comuni del pavese e del varesotto, dove al ballottaggio si sono sfidate soltanto liste di centrodestra. In quasi tutti i casi sono stati i candidati di Fratelli d'Italia a spuntarla, come a Mortara (Pv), dove Ettore Gerosa è stato eletto sindaco superando il rivale leghista Gerry Tarantola. L'ennesimo segnale di un probabile cambio di leadership tra le fila del centrodestra.

Letta esulta. Meloni: «Basta litigi»

All'indomani dei ballottaggi, è Enrico Letta l'unico che festeggia. Sulla scia dei buoni risultati raccolti nelle grandi città, il segretario del Partito Democratico ha colto l'occasione per ribadire la sua volontà di creare un "campo largo". «La linearità e la serietà alla fine pagano», è il commento di Letta. «Vinciamo perché la responsabilità è più importante di tutto. Il campo largo è stato preso in giro ma questa strategia paga».


Tra le fila del centrodestra, invece, gli interventi dei leader di partito assumono toni più polemici. «Basta litigi. A partire della Sicilia, non possiamo rischiare di mettere a repentaglio il risultato delle politiche. Chiederò a Salvini e Berlusconi di vederci il prima possibile per evitare ulteriori divisioni», ha commentato la leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni. Immediata la replica del leader leghista: «Per me l'incontro si può fare anche domani - ha detto Matteo Salvini -. Non è possibile perdere città importanti perché il centrodestra si divide per paura, per calcolo o per interesse di parte. Vediamoci e prepariamo la prossima squadra di governo. Subito, insieme».

In un video pubblicato sui social, Meloni ha poi incalzato Enrico Letta, invocando lo spettro delle elezioni anticipate. «Se il Pd è così sicuro di aver vinto, allora abbia il coraggio di confrontarsi subito alle elezioni politiche», ha azzardato la leader di Fratelli d'Italia.

Nessun commento, invece, da parte dei Cinque Stelle, ancora reduci dal pessimo risultato al primo turno di amministrative. In questi giorni, i vertici del Movimento si sono ritrovati a Roma per discutere di un'altra questione - la deroga al doppio mandato -, ma è chiaro che anche il partito di Giuseppe Conte dovrà iniziare a elaborare una propria strategia in vista delle politiche del 2023, soprattutto all'indomani della scissione ad opera di Di Maio. La campagna elettorale per il 2023 è già cominciata.

Gianluca Brambilla

Sono nato e cresciuto nell'hinterland di Milano, ma la passione per il giornalismo viene dagli Stati Uniti. Laureato in Comunicazione Media e Pubblicità all'Università IULM, collaboro con "Il Giorno" e sono giornalista praticante per MasterX. Seguo con molto interesse la politica americana, le questioni ambientali e il mondo dei media, ma cerco di stare al passo un po' su tutto.

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