PAROLA CHIAVE AUTENTICITÀ: HINES ACCENDE IL NATALE E MILANO È LA SUA TELA

“A Natale basta il pensiero”. Questo il concept che da sempre accompagna le festività natalizie per ricordarne la sua vera essenza, un’essenza magica che profuma di cannella e famiglia, ma in un’epoca caratterizzata dal consumismo più sfrenato quanto ancora possiamo rispecchiarci in questo pensiero? La risposta ci viene data da un’iniziativa di Hines a firma dell’artista Pietro Terzini che intraprende un percorso, attraverso due installazioni, di recupero e riflessione sui valori semplici e puri del Natale.

WHAT DO YOU REALLY WANT

Il titolo dell’opera è “A Natale basta il pensiero” e rappresenta, a livello iconografico, un percorso di recupero che viene avviato con la prima installazione collocata nel cuore di Milano. Torre Velasca diventa la tela dell’espressione artistica di Terzini che accende i riflettori, a 106 metri di altezza, sulla domanda universale: “WHAT DO U REALLY WANT?” (cosa vuoi veramente?) amplificando al massimo la profondità del quesito che ogni giorno tutti si pongono e spesso ignorano. Attraverso l’imponenza luminosa dell’installazione diventa impossibile non riflettere su un’intima risposta personale, ed è proprio sul termine “pensiero” che l’intera opera vuole porre l’attenzione del fruitore.

THE BEST THINGS ARE NOT THINGS

Pensiero, riflessione, ricordo sono gli elementi che generano la riposta intima e personale di Pietro Terzini, che viene esposta nello spazio esperienziale Spiga26: “THE BEST THINGS ARE NOT THINGS” (le cose migliori non sono cose). L’hub creativo Spiga26 e l’artista hanno deciso di impacchettare l’installazione, proprio per potenziare il concetto espresso dall’opera, in un box regalo fuori scala che permetta una completa immersione per i visitatori all’interno dello spirito natalizio.

Nel realizzare questo percorso di recupero e riflessione, attraverso una chiave contemporanea in grado di rendere il Natale accessibile a tutti, Pietro Terzini dimostra la forza e la versatilità del suo linguaggio artistico, proiettato verso una comprensione globale. La scelta della lingua inglese mostra l’incisività e inclusività della sua arte portatrice di valori universali e, inoltre, rispecchia perfettamente la città in cui l’opera viene esposta. Milano è internazionalità, incontro e modernità; in questo contesto l’arte di Pietro acquisisce ancor di più forza comunicativa, mettendo in contrapposizione uno sfondo così innovativo al recupero del sentimento e delle piccole cose.  L’opera è quindi un invito da parte dell’artista a riflettere sulla semplicità di regalare un pensiero autentico, dedicando un sentito e sincero augurio di buon Natale a tutta la città.

 

Di Alessandra Pellegrino

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