Parte oggi il maxi processo contro il monopolio del web di Google presso la Corte distrettuale degli Stati Uniti per il Distretto di Columbia.
Anche se il processo inizierà ufficialmente oggi in tribunale, le parti ci stanno lavorando già da tre anni: sono stati prodotti 5 milioni di pagine di documenti e sono stati ascoltati circa 150 testimoni. Nella prima parte del procedimento, si discuterà delle responsabilità di Google: se sarà dichiarato colpevole, si dovrà decidere come punire il gigante del web. Questo è il primo grande processo dell’era digitale e durerà dieci settimane.
Il governo federale e 35 Stati hanno accusato Google di detenere il monopolio del web (il 90% circa), tagliando fuori i concorrenti e versando 45 miliardi di dollari l’anno a Apple, Samsung, LG e Motorola per ottenere una corsia preferenziale. Il colosso della Silicon Valley respinge ovviamente tutte le accuse, dichiarando che i contratti sono legali e portano vantaggi e benefici ai consumatori.
Il procedimento prende avvio nell’era Trump: infatti The Donald fu il primo a voler un’indagine antitrust contro Google e Apple nel 2019. Indagine che poi diventerà nell’ottobre 2020 una denuncia formale.
Questo mese, tra l’altro, Google festeggerà 25 anni: era infatti il 4 settembre 1998 quando i due studenti universitari Larry Page e Sergey Brin fondarono il motore di ricerca numero uno in un garage di Menlo Park.
IL PRECEDENTE
L’accusa ricorda il processo fatto a Microsoft nel 1998, quando 19 Stati americani denunciarono la multinazionale accusandola di concorrenza sleale e pratiche di monopolio. Il caso riguardava la posizione dominante del browser Internet Explorer che venne imposto come software di navigazione web ai clienti Windows.
I legali dell’accusa chiesero l’eliminazione del browser dal sistema operativo Windows 98. La sentenza del processo di primo grado, che arriverà due anni dopo, dichiarerà l’azienda colpevole per aver violato le leggi antitrust degli Stati Uniti e dividerà il monopolio di Bill Gates in due diverse aziende.
La Corte d’Appello cambierà la sentenza e rigetterà l’ordine di dividere l’azienda. La Microsoft chiederà alla Corte Suprema di esaminare il caso, ma lei si rifiuterà. Verrà quindi nominato un mediatore nella trattativa tra le parti: l’azienda e il dipartimento di Giustizia americano raggiungeranno infine un’intesa.
I PROTAGONISTI DELLA VICENDA
Il giudice del processo senza giuria è Amit P. Metha, 52 anni, nominato dal presidente Barack Obama nel 2014. Ha ristretto i capi d’amputazione da sette a quattro, pur mantenendo l’argomentazione principale, secondo cui Google ha mantenuto il monopolio web attraverso accordi con i produttori degli smartphone.
Il procuratore generale del Colorado Philip J.Weiser supervisiona una coalizione di 38 ministri della Giustizia che si sono uniti alla causa. Weiser è l’ex vice assistente del procuratore generale per l’antitrust presso il dipartimento di Giustizia dell’amministrazione Obama: ha criticato varie volte le grandi aziende tech che soffocano la concorrenza leale.
Per la difesa c’è Sundar Pichai, amministratore delegato di Google. Cittadino indiano naturalizzato americano di 51 anni, testimonierà durante il processo. Entrato in Google nel 2004 come responsabile della gestione dei prodotti di Chrome e di altri strumenti, è stato nominato amministratore delegato nell’agosto 2015.
Il principale avvocato di Google in tribunale è John E. Schmidtlein, socio di Williams & Connolly. Ha combattuto contro Microsoft in cause antitrust due decenni fa, rappresentando gli Stati che le hanno fatto causa.