Facebook dedica un’app ai più piccoli. Si tratta di Messenger Kids, applicazione di messaggistica riservata ai bambini tra i 6 e i 13 anni. Di regola gli under 13 non potrebbero iscriversi a Facebook. Per utilizzare la nuova app, infatti, useranno i profili dei genitori senza dover fare una nuova registrazione. Saranno così mamma o papà a decidere con chi potranno scambiare messaggi e avviare conversazioni video.
Messenger Kids per ora sarà usufruibile solo negli Stati Uniti e non è ancora chiaro se sarà disponibile anche in Italia e nel resto del mondo. La nuova applicazione è stata realizzata per dispositivi Iphone e Ipad e vi è l’intenzione di sviluppare il software anche per dispositivi Android e Amazon. L’app sarà piena di adesivi ed emoji pensati per i più piccoli e, stando a quanto fatto sapere da Facebook, non vi sarà pubblicità né la possibilità di fare acquisti.
Alla base l’idea di proteggere i bambini dalle minacce presenti sui social. Ecco perché se due bambini vogliono diventare amici la richiesta dovrà essere autorizzata da un genitore ciascuno. Ciononostante non mancheranno le polemiche perché gli under 13 era l’unica fetta di mercato a cui il social di Zuckerberg non era ancora arrivato. Sebbene i responsabili di Messenger Kids abbiano già assicurato che i dati dei minori non saranno utilizzati sono in pochi a crederci. YouTube, ad esempio, ha lanciato un servizio apposito per i minori chiamato appunto YouTube Kids ma è finito nella bufera per casi di contenuti violenti, non appropriati e per commenti osceni ai filmati con minori.
Antigone Davis, responsabile del settore sicurezza su Facebook, ha spiegato in un post che: «Siamo in tanti qui a Facebook a essere genitori» proprio da qui nasce l’esigenza di fare fronte al fatto che «i bambini al giorno d’oggi vanno online sempre più presto (rispetto all’età, ndr). Usano dispositivi condivisi da tutta la famiglia e molti di loro, anche a 6 o 7 anni, hanno già il loro device personale».
La policy dell’azienda, dunque, è quella di porre maggior attenzione alla sicurezza a 360° come ribadito da Loren Cheng, product manager del colosso di Zuckerberg: «C’è la necessità di app di messaggistica che consentano ai bambini di mettersi in contatto con le persone che amano, ma in un modo controllato dai parenti». Facebook, dunque, si sarebbe mossa per rispondere a una domanda del mercato. I detrattori, invece, replicano che sia corsa ad accaparrarsi gli utenti di un mercato che fa gola: negli Usa il 93% dei bambini ha accesso a tablet o smartphone, il 66% ha un suo dispositivo personale.
Di recente, a inveire contro i social network è stato proprio l’ex presidente di Facebook, Sean Parker: «Dio solo sa cosa fanno i social network al cervello dei nostri bambini» ha detto, evidenziando che queste piattaforme «approfittano delle vulnerabilità della psicologia umana». (FS)