Listen to longform journalism you don’t have time to read.
Questa la frase di riferimento dell’ App Audm comparata dalla New York Times Company.
Sì, questa primavera (per chi vive nella nostra parte del globo) si sta rivelando piena di novità.
L’acquisizione sembra essere arrivata al momento giusto. Stiamo vivendo infatti una situazione paradossale a causa del Coronavirus, il nemico invisibile che aleggia nell’aria di città deserte. Secondo queste circostanze potrebbe far sorridere o sembrare inappropriata l’espressione You don’t have time.
Siamo tutti a casa bloccati. Perché non dovremmo avere tempo?
Ma la verità è che questa frase non è poi così inopportuna. Tutti, o quasi tutti, passano ore e ore davanti al computer mettendo in pratica la forma di Smart-Working o Smart-Learning.
Le preoccupazioni sono tante e una lettura concentrata di articoli, oltre che impegnativa dopo così tanto tempo passato davanti allo schermo, risulta essere anche molto difficile.
Audm ha dunque sviluppato un sistema rilassante e allo stesso tempo istruttivo e interessante per permettere a tutti di usufrire dei cosìddetti longoform giornalistici: gli approfondimenti.
Ma la vera novità non sta nel trasformare contenuti informativi in audio ma nel fatto che le voci designate sono quelle di narratori professionisti e non di un sistema di tecnologia avanzato.
Uomini e donne, ciascuno con la propria intonazione e modulazione, leggono articoli da 15, 20 o 30 minuti rendendo la fruizione delle informazioni piacevole come quella tratta dai podcast. In comune infatti questi due sistemi pongono la voce al centro di tutto, ma se i podcast sono più inclini alla formazione di discorsi “preparati”, con Audm, il piacere di una voce narrante che legge ricorda un po’ quella della mamma che ci leggeva, da bambini, la fiaba della buonanotte.
Chi ha creato Audm
La startup è stata fondata da Ryan Wegner e Christian Brink, entrambi laureati alla Columbia University nel 2007, il primo in psicologia e il secondo in software development (programmazione). E nonostante si possa pensare che i due fossero amici già dai tempi del college non è proprio così. Infatti entrarono in contatto nel 2014, non appena diventò reale la loro idea di creare un’app che unisse audio e informazione. L’idea di utilizzare voci professioniste invece venne dopo una serie di esperimenti.
Fondamentale è stato anche l’aiuto della Y Combinator, startup di acceleramento considerata una delle migliori degli Stati Uniti, e anche una delle principali investitrici.
Dunque dopo un periodo di prova gratuito di 3 giorni l’app si può acquistare con un abbonamento mensile o annuale. La compagnia del Times non ha ancora rivelato ulteriori dettagli su come si evolverà il business o se l’App Audm verrà integrata con la sua. Al momento è però interessante sottolineare come Audm, disponibile anche su Android, occupi il 20esimo posto nel ranking della categoria Magazines&Newspapers in Apple Store.
Audm offre ogni giorno nuove storie fruibili on e off line un po’ secondo la formula listen-it-later legata a quella di read-it-later propria di altri strumenti come, ad esempio, Pocket.