Nel 2021 il volume delle compravendite è tornato a livelli che non si vedevano da prima della crisi dei subprime, quando il mercato residenziale italiano è scivolato in un sonno profondo con i prezzi che hanno progressivamente diminuito il loro valore. Oggi il mattone italiano affronta un cambio di rotta. Il risparmio accumulato dalle famiglie durante questi due anni di pandemia unito all’inflazione, unico vero motore che nel medio periodo spinge in alto i prezzi degli immobili, provocano nel nostro Paese l’avvio di un ciclo al rialzo per i prezzi, dopo che tra il 2011 e il 2020 vi è stato un calo medio del 15%.
Indagine di Nomisma
Secondo un’indagine condotta da Nomisma, nelle 13 maggiori città i valori dei beni immobili saliranno dell’1,9% nel 2022, del 2,2% nel 2023 e del 2% nel 2024. A Milano sono previsti rialzi che toccheranno il 4% nei prossimi tre anni. «L’inflazione non può che portare a un aumento dei prezzi- osserva Armando Borghi, docente di real estate finance alla Sda Bocconi-. Quando le persone ne prendono coscienza, i flussi passano dagli investimenti mobiliari a quelli immobiliari. Basta vedere il caso di Milano: il nuovo ormai arriva a costare anche 8-10mila euro al metro quadro.»
Prezzi diversi da città a città
Il valore del mattone cambia da città a città, condizionato da vari fattori quali la pandemia, il deprezzamento dei titoli di stato e l’inflazione. Mentre Milano il mercato immobiliare sta vivendo un momento di forte incremento dal lato domanda, in altre città come ad esempio Palermo i valori sono calati di circa il 12% a livello reale e del 7% a livello nominale. Secondo i dati Istat la Valle d’Aosta si conquista il primo posto sul podio delle regioni dove è più costoso il valore di un bene immobile, seguita da Liguria e Trentino Alto Adige. Nonostante il primato, però, anche i prezzi nominali degli immobili di Aosta sono diminuiti nell’ultimo anno (-4,6%) evidenziando come nelle città minori e nelle province la tendenza dei prezzi vada comunque verso una discesa.
Attesa di stabilizzazione
Nel complesso, negli ultimi 7 anni l’Italia non è riuscita a tenere il passo dell’impennata registrata dall’inflazione e si spera in una stabilizzazione del mercato che a seguito del boom di domanda anche dovuta al Covid sta ritrovando la dinamicità perduta negli ultimi dieci anni. Il prezzo delle case è inoltre strettamente legato all’andamento dei titoli di stato, se perdono terreno le famiglie si affideranno ancora di più al mattone e se anche una minima percentuale dei quasi due miliardi di deposito deli italiani (secondo i dati ABI) venissero investiti nel mercato immobiliare si registrerebbe un ulteriore incremento nella domanda.