Vertice UE, accordo a 27 per 50 miliardi di aiuti all’Ucraina

Via libera da parte del Consiglio europeo a un nuovo pacchetto di aiuti di 50 miliardi di euro per l’Ucraina. Firma anche il premier ungherese Viktor Orban. Dopo un lungo braccio di ferro con Budapest, i ventisette membri dell’Unione si sono riuniti ieri, giovedì 1° febbraio, per accordarsi su una revisione del bilancio 2021-2027 che prevede anche il suddetto pacchetto.

L’opposizione della nazione magiara si è placata attraverso il dialogo con i principali leader europei, che ha permesso alle autorità di Budapest di definirsi soddisfatte dall’esito del summit. L’intesa permette di risolvere una diatriba particolarmente difficile.

L’annuncio del Presidente Michel

Pochi minuti dopo l’inizio del vertice straordinario, convocato proprio per superare il veto che Orban aveva posto a dicembre, è arrivato su X l’annuncio del presidente del Consiglio europeo Charles Michel, in cui si esprime soddisfazione per il risultato.

Il presidente del Consiglio europeo Charles Michel

Un segnale importante anche per Washington, dato che in questo modo l’Unione si assume la responsabilità del supporto alla causa ucraina.

Questo risultato è stato raggiunto mediante una complessa opera di mediazione da parte di diversi leader europei, con Michel e il presidente francese Emmanuel Macron in prima linea. Non è mancato l’aiuto della premier Giorgia Meloni. Diverse fonti parlano apertamente di un ruolo di primo piano, date le ottime relazioni che storicamente intrattiene con il leader di Fidesz. Alla corretta realizzazione del summit è stata fondamentale la riunione ristretta con Orban a cui hanno partecipato von der Layen, Michel, Meloni, Macron e Scholz.

I risultati dell’incontro

I leader europei hanno concordato che ogni anno la Commissione UE farà una relazione sull’attuazione del piano di supporto finanziario all’Ucraina. A questo si unirà un dibattito su come distribuire correttamente gli aiuti. Nell’intesa è presente anche un passaggio particolarmente caro a Budapest. Si tratta di un richiamo alle conclusioni del Consiglio europeo di dicembre 2020 sul meccanismo di condizionalità dello stato di diritto, sulla base del quale Bruxelles aveva congelato i fondi per l’Ungheria. Nello specifico, si afferma che le misure prese devono essere “proporzionali”.

Giorgia Meloni e Viktor Orban

Una notizia che non ha lasciato indifferente Orban, interpretata come un rispetto delle regole da parte dell’Unione, accusata di non essere imparziale da parte di Budapest. Il premier ungherese ha inoltre annunciato che il suo partito, uscito dal Ppe prima di essere espulso, entrerà nel gruppo dei conservatori dell’Ecr. Questo raggruppamento include anche Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni.

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