Una giornata di stop, poi la proroga: TikTok è già tornato negli Stati Uniti. Decisivo l’intervento del presidente Trump, che ha annunciato provvedimenti in materia per il giorno stesso del suo insediamento, il 20 gennaio.
Una breve sospensione
C’eravamo lasciati con i toni drammatici di un bando apparentemente senza ritorno, quello che aveva imposto a milioni di utenti americani di dire addio a TikTok il 19 gennaio. A stabilirlo era stata una legge votata dal Congresso, con la quale gli USA imponevano a ByteDance, casa madre proprietaria di Tik Tok, la vendita dell’app per questioni di sicurezza nazionale. Nello specifico, il testo prevedeva multe alle aziende proprietarie degli app store, Google e Apple, qualora non avessero impedito il download dell’app.
Il presidente eletto Trump, però, che ha pubblicamente riconosciuto il ruolo del social nella sua vittoria alle urne del novembre 2024, ha chiesto che il social venisse “salvato”. Detto fatto: una proroga di 90 giorni ha sospeso il bando e restituito TikTok agli utenti. Non è chiaro se il tycoon avesse l’autorità per farlo: stando al testo di legge, il presidente degli Stati Uniti può attivare una proroga solo se certifica al Congresso che esistono «accordi legali vincolanti» per la cessione di TikTok. Di questo non ci sono prove di pubblico dominio, ma non c’è dubbio che alcune trattative siano in corso. Alcune offerte, d’altronde, sono già arrivate: Elon Musk, per esempio, si è già proposto per un possibile passaggio di proprietà.
Novanta giorni per il verdetto
Proroga o non proroga, resta il fatto che TikTok non può restare negli Stati Uniti senza l’approvazione del governo. E questa può arrivare solo se i dati degli americani non sono in mano cinese. Tuttavia, TikTok non ha nessuna intenzione di vendere. O almeno è quello che sostiene Mike Johnson, speaker della Camera. «ByteDance ha già avuto 270 giorni per disinvestire e finora ha rifiutato. Non abbiamo alcuna fiducia in ByteDance». Parole forti, che stridono con la fiducia espressa qualche giorno fa dall’altra parte in causa. «Lavoreremo con Trump per una soluzione di lungo termine che mantenga TikTok negli Stati Uniti», era stato il commento da parte della piattaforma.
A poche ore dal suo insediamento, Trump ha abbozzato una soluzione: «Vorrei che gli Stati Uniti detenessero una quota di proprietà del 50% in una joint venture», ha suggerito. «In questo modo salviamo TikTok, lo teniamo in buone mani e gli permettiamo di dire la sua». Una soluzione stranamente diplomatica, nel tentativo di accontentare ambo le parti. È ormai chiaro che la questione TikTok terrà banco per i primi mesi della presidenza Trump e andrà letta in un delicato equilibrio tra interessi cinesi e sicurezza americana.