È stato arrestato nel Maryland un 18enne, studente della Clarksburg High School, per aver portato a scuola una pistola carica. Non era la prima volta che Alwin Chen andava nell’Istituto Superiore con un’arma, minacciando di usarla contro altri studenti. Nella sua abitazione è stato trovato un vero e proprio arsenale: un fucile semi automatico Ar-15, un altro fucile, due pistole, munizioni e abbigliamento tattico. L’armamentario è stato scoperto il giorno dopo la sparatoria nel liceo di Parkland, in Florida, dove un 19enne ha ucciso 17 persone e ferite altre 15. Per questo il giudice ha deciso per la carcerazione senza possibilità di cauzione, perché “il giovane presenta un pericolo serio per la comunità”. A sua discolpa Chen ha rilasciato due versioni diverse: inizialmente si è giustificato asserendo che dopo le lezioni si sarebbe esercitato al poligono, solo successivamente ha tirato in ballo il bullismo, assicurando di volersi difendere da eventuali molestie di altri studenti.
AR-15 rifle and shotgun found in home of star student Alwin Chen who brought loaded handgun to school https://t.co/DbafchL6e1
— South China Morning Post (@SCMPNews) February 21, 2018
Una vicenda che si inserisce nella polemica sulla libera vendita delle armi negli Usa: proprio ieri il presidente degli Stati Uniti Donald Trump si è dimostrato più aperto a verifiche profonde sui precedenti di chi acquista armi. Una svolta di tendenza dopo che l’anno scorso il tycoon, sostenitore della lobby National Rifle Association (Nra), associazione dei produttori di armi, aveva eliminato le restrizioni decise da Barack Obama che avrebbero impedito, a soggetti ritenuti pericolosi, di entrare in possesso di armi. Esiste già una proposta di legge bipartisan, firmata dai senatori John Cornyn (repubblicano del Texas) e Chris Murphy (democratico del Connecticut), che vuole migliorare i controlli federali su chi compra armi, aggiornando il database dei soggetti con precedenti penali, o ritenuti pericolosi per la comunità, e punendo le agenzie federali che non provvedano alle registrazioni richieste.
Molti gli studenti americani scesi in piazza tre giorni fa richiedendo a gran voce una limitazione del secondo emendamento, alla luce della sparatoria in Florida. È invece previsto tra due mesi uno sciopero, in ricordo del 19esimo anno passato dalla strage della Colombine, in Colorado, dove il 20 aprile del 1999 persero la vita 13 persone. «Noi siamo gli studenti, noi siamo le vittime, noi siamo il cambiamento, ora combattiamo la violenza armata! – hanno scritto i ragazzi che hanno organizzato l’evento – Il momento di agire è ora!» (g,d)