L’agenzia di stampa turca Anadolu ha fatto sapere che un ricercatore universitario ha sparato al vicepreside, Mikail Yalcin, al segretario di facoltà, Fatih Ozmutlu, a un lettore, Serdar Caglak, e a un assistente ricercatore, Yasir Armagan. La sparatoria è avvenuta all’Università di Osmangazi a Eskisehir nella Turchia nordoccidentale. Tutte e quattro le persone sarebbero rimaste uccise, mentre altre sarebbero rimaste ferite. Il rettore dell’Università, inoltre, avrebbe confermato l’identità delle vittime. Gli spari hanno scatenato il panico tra gli studenti e gli insegnanti presenti nel campus, alcuni dei quali sono stati testimoni della follia omicida dell’uomo.
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La tv Cnn Turk ha poi rivelato che la polizia è riuscita ad arrestare l’attentatore, immediatamente identificato come Dokugan B., assistente ricercatore della Facoltà di Scienze dell’educazione dell’ateneo di Osmangazi. Gli inquirenti continuano a indagare sul movente – non ancora chiaro -che avrebbe spinto l’uomo a uccidere. Solo dopo l’interrogatorio sarà possibile capire se dietro il gesto dell’attentatore ci siano solo ragioni personali, oppure motivi politici. Media e polizia turche non escludono questi ultimi.
L’uomo, infatti, era indagato dall’Università di Osmangazi, dopo essere stato accusato da alcuni colleghi di avere legami con la presunta rete golpista di Fethullah Gulen; l’attentatore non è stato l’unico a essere stato messo sotto inchiesta, dopo il fallito colpo di Stato del 2015. Centinaia di docenti sono stati allontanati per la stessa ragione.
Da questo tragico episodio, il governo di Erdogan ha ordinato di estendere lo stato d’emergenza per la settima volta dal mancato ‘putsch’ di tre anni fa.
(chc)