Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, potrebbe incontrare a breve Kim Jong-Un. «Avremo colloqui molto presto», ha detto Trump in un incontro con il premier giapponese, Shinzo Abe, nella sua residenza di Mar-a-Lago, in Florida. «Ci incontreremo probabilmente a inizio giugno, o anche prima di allora, se le cose andranno bene. È anche possibile che non vada bene, e allora magari l’incontro non ci sarà mai. Noi, però, continueremo sulla strada che abbiamo intrapreso».
Il presidente ha aggiunto che gli Usa hanno cominciato a parlare direttamente con la Corea del Nord a livelli «molto alti» in vista del possibile vertice. Pyongyang – ha rivelato il Washington Post – ha in effetti già ricevuto, nel weekend di Pasqua, la visita di Mike Pompeo: uno degli uomini di fiducia di Trump, in attesa di essere confermato dal Congresso come nuovo segretario di Stato. Un summit tra Stati Uniti e Corea del Nord manca dal 2000, quando il segretario di Stato, Madeline Albright, incontrò Kim Jong-Il, padre di Kim Jong-Un.
Il viaggio a Pyongyang di Pompeo, ex direttore della Cia, dimostra che il canale utilizzato dalla Casa Bianca per aprire il dialogo con il governo nordcoreano è l’intelligence, anziché la diplomazia. Sempre secondo il Washington Post, è stata decisiva anche l’azione dei servizi segreti sudcoreani, e in particolare del loro numero uno, Suh Moon.
Non solo Trump si prepara a visitare Pyongyang: secondo la Cnn, che cita come fonte un funzionario non identificato, anche il presidente cinese, Xi Jinping, è pronto a fare altrettanto. Xi non è ancora stato in Corea del Nord da quando è stato nominato a capo del Partito comunista cinese, nel novembre del 2012.
Il coinvolgimento della Cina è fondamentale, poiché i trattati di pace siglati nel 1953, alla fine della Guerra di Corea, furono firmati anche da Pechino. Un eventuale nuovo accordo, che Trump sembra ora auspicare, dovrebbe quindi essere sottoscritto anche dal governo di Xi.
