Si allarga lo scontro della guerra commerciale ingaggiata dal Presidente degli Stati Uniti Donald Trump che ora prende di mira la Cina contro la quale ha annunciato nuove tariffe e sanzioni per un valore complessivo di 60 miliardi di dollari. Stando al New York Times questo nuovo capitolo della guerra commerciale voluta dalla Casa Bianca colpirebbe un centinaio di categorie di prodotti cinesi, dalle scarpe fino all’elettronica.
Il presidente Trump ha motivato la scelta di penalizzare i prodotti cinesi con i furti di segreti tecnologici che Pechino avrebbe compiuto ai danni delle aziende statunitensi. Fatto che, sempre nell’ottica della Casa Bianca, avrebbe penalizzato l’economia a stelle e strisce in termini di competitività e di posti di lavoro persi. Da parte sua il governo cinese ha già fatto sapere che prenderà «tutte le misure necessarie per difendere gli interessi del Paese»
Nel frattempo sembra rientrato l’allarme dei dazi Usa su acciaio e alluminio contro l’Unione Europea, che entrano invece in vigore nelle prossime ore per diversi paesi. A confermarlo al Congresso è il rappresentante del commercio americano Robert Lighthiz, secondo il quale non verranno penalizzati alleati degli Stati Uniti come Europa, Australia e Corea del Sud.
Crazy Joe Biden is trying to act like a tough guy. Actually, he is weak, both mentally and physically, and yet he threatens me, for the second time, with physical assault. He doesn’t know me, but he would go down fast and hard, crying all the way. Don’t threaten people Joe!
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) March 22, 2018
Nella politica interna Donald Trump ha fatto invece i conti con l’ex vice di Obama Joe Biden, il quale, rispondendo a una domanda su cosa avrebbe fatto al presidente Usa in merito ad alcune sue frasi misogine, ha dichiarato che, se fosse al liceo, lo porterebbe dietro la palestra per batterlo «a sangue». Su Twitter è presto arrivata la risposta di Trump. «Il pazzo Joe Biden sta cercando di comportarsi da duro. Lui non sa nulla di me, ma finirà al tappeto piagnucolando». (a.d)