VOX, perchè anche in Andalusia ha vinto il sovranismo

Eliminare le comunità autonome, espellere gli immigrati con soggiorno irregolare, rifiutare l’aborto e le gravidanze surrogate. E ancora, proteggere la tauromachia vista come patrimonio culturale e storico, riformare i trattati dell’Unione Europea, cancellare la legge sulla memoria storica ed l’eliminare l’Islam nelle scuole proibendo le «pratiche umilianti come il burka». Queste sono alcune delle proposte elettorali espresse nel manifesto politico del partito spagnolo VOX, il movimento di estrema destra, a matrice sovranista, che ha vinto nelle elezioni del 2 dicembre 2018, portando a casa il 12% seggi e preoccupando così gli altri partiti spagnoli.

In altre parole, saranno 12 i deputati di VOX che potranno accedere al Parlamento di Andalusia, con la possibilità, dunque, di provocare l’uscita dei socialisti dal governo andaluso, nel caso in cui Partito Popolare (PP), Ciudadanos e la formazione del Presidente di VOX Santiago Abascal arrivassero a un accordo.

Un risultato così non si era visto da tempo. Sarà che questo movimento sovranista nacque appena cinque anni fa, ovvero il 17 dicembre del 2013. In quell’occasione, si presentò come un partito che voleva radunare tutte le persone che erano rimaste disincantate dalla politica del Partito Popolare. Oggi è guidato da Santiago Abascal e dal sottosegretario Javier Ortega, con l’obiettivo di rinnovare e rafforzare la vita democratica spagnola.

Secondo i punti espressi nel manifesto, VOX si descrive come «un progetto politico intenzionato a: unire la Nazione, creare uno Stato efficiente, migliorare la qualità delle istituzioni, garantire l’onore dei responsabili pubblici e promuovere la crescita economica a beneficio di tutti i cittadini».

E non solo, nell’ultimo punto il partito «fa un appello a tutti gli spagnoli che desiderano avere una Spagna unita, in costante progresso materiale e morale, dotata del prestigio e dell’influenza che la caratterizza nel mondo per il suo carattere storico, culturale ed economico acquisito fino ad oggi».

Ma da cosa è dovuto questo successo? Per capirlo è bene fare un passo indietro. VOX non ha sempre trionfato. Al contrario, nel 2014, in occasione delle elezioni per il Parlamento Europeo, il partito di estrema destra ottenne solo l’1,57% dei voti. L’anno successivo, nelle elezioni generali, i voti calarono precipitosamente, raggiungendo lo 0,23%. Lo stesso successe nelle elezioni del 2016.

Risulta semplice comprendere oggi il motivo di questa svolta elettorale. I voti arrivano in un momento in cui lo scenario europeo è caratterizzato da una situazione politica in continuo mutamento. Di fatto, da un movimento europeo democratico si sta sempre più sviluppando una nuova ondata pro sovranista.

Dal 2011 al 2013, alla guida del governo italiano c’era Mario Monti, nonché rappresentante di un partito indipendente. In Italia si instaura il secondo governo tecnico della storia, dopo quello di Dini. La situazione del paese cambia però negli anni a seguire in quanto si susseguiranno tre governi guidati dal Partito Democratico. Letta, Renzi e infine Gentiloni hanno portato l’Italia ad essere quella di oggi, costruita sull’unione dei verdi con i pentastellati.

Secondo quanto emerso dagli ultimi sondaggi politici, la Lega ha aumentato il suo vantaggio sul Movimento 5 Stelle. Un partito sovranista sta vincendo quindi su uno populista e ciò accade perché gli italiani sembrano avvicinarsi alle ideologie della nuova ondata politica europea. D’altronde, Salvini non è il solo a fomentare una politica sovranista a favore dell’arricchimento della nazione. In Ungheria, Viktor Orban è leader del partito Fidesz – Unione Civica Ungherese e primo ministro del Paese. A causa della sua politica fortemente nazionale e all’avvio di alcuni tagli strutturali nei confronti dell’Unione Europea, l’Ungheria rischia di cadere nell’ isolazionismo.

Pensieri affini con quelli di Orban e Salvini sono sostenuti dalla leader Marine Le Pen, portavoce del Fronte Nazionale e rappresentante dell’estrema destra francese. L’idea di far nascere un nuovo movimento sovranista va oltre i confini europei. Lo stesso Steve Bannon, l’ex stratega della Casa Bianca e portavoce del The Movement, il movimento sovranista statunitense, aveva appoggiato questa nuova forza europea.

In un’intervista con Il Messaggero, il colosso americano aveva definito Matteo Salvini come un leader mondiale, un simbolo. Secondo quanto affermato : «su quattro princìpi i populisti sono tutti uniti: più sovranità agli Stati per non dipendere più da Bruxelles, tornare ai confini perché senza confini non c’è un Paese, limitare l’immigrazione e sconfiggere l’Islam radicale».

Non è una casualità che già nell’aprile del 2018, il quotidiano spagnolo La Vanguardia abbia documentato un incontro tra Abascal, presidente di VOX, e lo stesso Bannon, in quanto entrambi si unirono per «combattere la propaganda separatista fuori dalla Spagna». E non è tutto perché secondo alcune documentazioni, l’ex stratega della Casa Bianca elogiò proprio VOX definendolo come «un partito basato sulla sovranità e l’identità del popolo spagnolo, disposto a difendere i suoi confini».

Virginia Nesi

LAUREATA IN SCIENZE UMANISTICHE PER LA COMUNICAZIONE A FIRENZE. HA DUE MASTER IN GIORNALISMO: UNO REALIZZATO ALL'UNIVERSITÁ SAN PABLO DI MADRID E L'ALTRO ALLA IULM DI MILANO. APPASSIONATA DI POLITICA ESTERA E SOCIETÁ, HA VINTO IL PREMIO "WALTER TOBAGI 40 ANNI DOPO" E LA MENZIONE SPECIALE AL PREMIO VERA SCHIAVAZZI. HA SCRITTO "MEZZO SOSPIRO DI SOLLIEVO"(PIEMME).

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