Nella notte tra domenica 5 e lunedì 6 febbraio un terremoto di magnitudo 7.8 ha colpito il sud est della Turchia e il nord della Siria. Un’altra scossa di magnitudo 7.5 si è verificata circa sette ore più tardi. Al momento, si parla di almeno 4890 morti e migliaia di feriti. Poco dopo le 4 di mattina – ora italiana – , il Dipartimento della Protezione Civile ha diramato un allarme tsunami per le coste italiane. Successivamente è stato revocato.
Il racconto del disastro
Il sisma è avvenuto alle 2:17 del mattino ora italiana e ha avuto il suo epicentro vicino a Gaziantep, città sita nei pressi del confine siriano. Una scossa così forte da essere percepita persino in Libano, Israele e Cipro. In Turchia le vittime si aggirano intorno alle 3381 persone in nove diverse province: Adana, Malatya, Gaziantep, Diyarbakir, Hatay, Adiyaman, Osmaniye, Kahramanmaras e Sanliurfa.
In Siria il bilancio è di oltre 1500 morti nelle zone controllate dal governo, senza contare quelli ancora ignoti nelle zone controllate dai ribelli. Ma, secondo quanto riporta lo United States Geological Survey (USGS), le vittime potrebbero aumentare fino a 10 mila.
Due Paesi in macerie
Una casa che crolla in Turchia
Il terremoto, che ha colpito la Turchia e la Siria, ha causato ingenti devastazioni agli edifici dei due Paesi. Secondo le prime comunicazioni di Ankara, oltre 5770 edifici hanno subito gravi danni. Tra questi spiccano la Chiesa dell’Annunciazione di Iskenderun, la moschea Sirvani e il Castello di Gaziantep, struttura romana del terzo secolo dopo Cristo. È esploso anche il gasdotto turco nella provincia di Hatay.
In Siria, i maggiori danni si sono verificati nelle zone attorno ad Aleppo, vicino al confine con la Turchia. «Ci sono macerie ovunque. Le prime notizie che abbiamo parlano di almeno 36 palazzi completamente distrutti con gente rimasta sotto le macerie», ha raccontato padre Bahjat Elia Karakach, parroco latino della città. In un video diffuso in rete si vede un palazzo di Sanliurfa crollare davanti a civili terrorizzati. Sono state colpite anche le basi militari russe e turche, presenti nel nord-ovest del Paese.
Le reazioni dal mondo
Sono immediatamente giunte parole di solidarietà da diversi leader del mondo. «Gli Stati Uniti – ha dichiarato la Casa Bianca – sono profondamente preoccupati per le notizie del terribile terremoto di oggi in Turchia e in Siria. Siamo pronti a fornire tutta l’assistenza necessaria. Continueremo a monitorare da vicino la situazione in coordinamento con il governo della Turchia».
Anche il Colle esprime dolore per quanto accaduto. «In questo momento di lutto l’Italia è vicina, con sentimenti di partecipe solidarietà, al dolore dell’amico popolo turco», ha dichiarato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.