Telecomunicazioni, gli Stati Uniti bandiscono la società China Unicom

Continua il conflitto strategico tra Stati Uniti e Cina. Giovedì il governo americano ha bandito la società di telecomunicazioni China Unicom per problemi di spionaggio. Revocata l’autorizzazione a operare negli States in nome della sicurezza nazionale.

La vicenda

La decisione, presa dalla Federal Communications Commission con un voto all’unanimità, segna l’ultima mossa delle autorità di regolamentazione delle telecomunicazioni contro il rischio di spionaggio cinese. La società controllata da Pechino deve interrompere la fornitura di servizi di telecomunicazioni in America entro 60 giorni. «Ci sono prove crescenti che i vettori statali cinesi rappresentano una vera minaccia per la sicurezza delle nostre reti» ha affermato la presidente della FCC Jessica Rosenworcel. Secondo l’agenzia statunitense, infatti, l’azione «protegge l’infrastruttura di telecomunicazioni della nazione da potenziali minacce alla sicurezza».
Puntuale la risposta da parte di China Unicom alla CNN.: «La nostra unità americana ha una buona esperienza nel rispetto delle leggi e dei regolamenti statunitensi pertinenti». Per questo, la FCC avrebbe agito «senza alcun motivo giustificabile e senza offrire il giusto processo».

Gli Stati Uniti hanno bandito la società di telecomunicazioni China Unicom
I precedenti

Il provvedimento si aggiunge alle preesistenti tensioni tra Washington e Pechino sull’influenza della Cina nella tecnologia globale e nella telefonia mobile. A novembre il presidente Biden aveva infatti firmato una legge che impedisce alle imprese ritenute una minaccia alla sicurezza di ricevere autorizzazioni per apparecchiature di telecomunicazione. In particolare, ad ottobre era stata revocata la licenza di China Telecom ad operare negli Stati Uniti.
«Abbiamo fatto un altro passo fondamentale per proteggere le nostre reti di comunicazione dalle minacce alla sicurezza nazionale straniera» ha commentato la Rosenworcel. Un altro nome che ora compare nella blacklist delle aziende prese di mira dal governo americano, tra cui i colossi Huawei, DJI (il più grande produttore al mondo di droni) e ZTE.

Il voto di giovedì conferma quindi che le società cinesi rimangono una preoccupazione per gli USA. Il potenziale spionaggio e furto di dati continua a turbare Washington, lasciando irrisolti i problemi di sicurezza nazionale e politica estera tra le due superpotenze mondiali.

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