La Svezia, Stato storicamente neutrale nella Seconda Guerra Mondiale prima e
durante la Guerra Fredda poi, adesso, all’alba del 2018 si sta preparando a una
guerra. O meglio, teme si possa concretizzare. Infatti distribuirà alla popolazione, a
partire da maggio, 5 milioni di opuscoli contenenti istruzioni su cosa fare in caso
di conflitto e indicazioni sul reperimento di acqua e viveri di prima necessità. «Un
attacco armato alla Svezia non può essere escluso» ha dichiarato in un documento
lo scorso dicembre la Commissione per la Difesa. Tutto questo perché la Russia di
Putin fa sempre più paura. Già nel 2015 centinaia di soldati furono mandati a
presidiare l’isola di Gotland , fino ad allora smilitarizzata, per proteggerla da
ipotetiche mire russe. Un atto di protezione preventiva dopo l’annessione russa
della Crimea nel 2014. A luglio 2017 è stato poi reintrodotto, dal governo del centro
sinistra, il servizio militare obbligatorio per tutti i maschi e le femmine maggiorenni.
È stata inoltre presa in considerazione da parte del paese scandinavo la possibilità
di entrare a far parte della Nato, con i partiti di centro destra favorevoli e i
socialdemocratici contrari.
Il manuale di istruzione per gli svedesi altro non è che una versione aggiornata
dell’opuscolo Om kriget kommer (Se la guerra arriva) uscito per la prima volta
nel 1943 durante la Seconda guerra mondiale e riedito oltre 50 anni fa, ma c’è
anche la paura di nuovi attacchi terroristici: come la bomba a mano lanciata da due
giovani contro la caserma della Polizia a Malmo.
La decisione di distribuire brochure di precauzione dimostra l’alto livello di allarme
nel Paese, specie in seguito alla serie di incursioni nel territorio da parte di aerei e
sottomarini russi. «Tutta la società deve essere preparata al conflitto, non soltanto
l’esercito – ha spiegato al Financial Times Christina Andersson, a capo del progetto
dell’Agenzia per le emergenze civili – Sono 25-30 anni che non usiamo più le parole
difesa totale o allerta quindi tra i cittadini c’è poca consapevolezza».
L’ex ambasciatore svedese in Russia Sven Hirdmanun ha ammesso che un
conflitto armato con il paese di Mosca avrebbe conseguenze catastrofiche per
entrambe le parti e decreterebbe la fine di Stoccolma. (gd)