Stephen Hawking, la scomparsa dell’uomo che ha studiato l’universo

«Dai tempi di Einstein nessuno scienziato ha catturato così l’immaginazione delle persone, facendone affezionare a decine di milioni in tutto il mondo». Sono di questo tenore i commenti a ricordo di Stephen Hawking, scomparso all’età di 76 anni nella sua casa di Cambridge dopo un’esistenza straordinaria spesa tra scoperte e studi scientifici che hanno segnato la storia della fisica. «E’ stato un grandissimo scienziato e un uomo straordinario – hanno scritto i figli di Hawking – i suoi lavori vivranno ancora per molti anni dopo la sua scomparsa».

A 21 anni gli era stata diagnosticata la sclerosi laterale amiotrofica, malattia degenerativa che ha costretto Hawking all’immobilità negli anni ’80. Impedimento fisico grave che non gli ha impedito di raggiungere grandi traguardi in carriera, come la teoria cosmologica sull’inizio senza confini dell’universo e gli studi sulla termodinamica dei buchi neri. Un lavoro che non ha trattenuto nelle accademie, ma che ha voluto anche divulgare in alcuni suoi libri, come “Dal big bang ai buchi neri. Breve storia del tempo”, un bestseller da oltre 10 milioni di copie.

Al ricordo commosso del mondo della scienza si aggiunge quello del cinema, della politica, dello sport. È del 2014, il film premio Oscar La teoria del tutto ispirato alla sua vita; si ricordano poi le sue apparizioni in tv nelle puntate dei Simpsons e di The Big Bang Theory. Quasi dieci anni fa, l’allora presidente Usa Barack Obama gli consegnò la Medaglia presidenziale della libertà, la più alta onorificenza negli Stati Uniti. Tra i numerosi premi che gli sono stati assegnati, ad Hawking è mancato soltanto il Premio Nobel. (a.d)

 

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