Spia russa, è gelo tra Londra e Mosca. Lavrov: «Presto via diplomatici Gb»

«C’è chi parla di guerra fredda. Io direi che la temperatura è eccezionalmente gelida al momento». Parole durissime e al limite della diplomazia quelle del ministro della Difesa britannico, Gavin Williamson. Ma le sue non sono le uniche frecce scoccate nell’ambito della polemica fra Regno Unito e Russia per l’avvelenamento dell’ex spia Serghei Skripal.

Arriverà molto presto la risposta del ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov alla decisione della premier britannica Theresa May di espellere 23 diplomatici russi dal Regno Unito. Nel giro di poco tempo infatti Lavrov ha intenzione di allontanare dal suolo russo i diplomatici britannici. Il ministro degli Esteri russo ha aggiunto che Londra non fornisce prove di una colpevolezza russa perché non ne ha alcuna, e che «la retorica antirussa britannica rasenta l’isteria». Ha poi concluso il suo intervento in conferenza stampa sentenziando che le norme prese dal Regno Unito vanno ben oltre i limiti delle norme elementari della decenza.  «La decisione finale sarà ovviamente presa dal presidente della Federazione Russa – Vladimir Putin – che sceglierà l’opzione che meglio di tutte corrisponde agli interessi della nazione». Così ha commentato il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov, precisando come l’ultima parola spetti a Putin, che nel frattempo è impegnato con le elezioni presidenziali.

Continuano le schermaglie e le minacce nemmeno troppo velate tra Londra e Mosca, e nel frattempo sul palcoscenico di questo conflitto ancora non esploso si aggiungono altri attori internazionali. Francia, Usa e Germania si sono unite alla Gran Bretagna nel sottoscrivere una dichiarazione che accusa la Russia per il tentato omicidio di Skripal a Salisbury, avvenuto lo scorso 4 marzo. È quanto riporta Downing Street, affermando come i leader alleati condividono il punto di vista secondo cui «la mancata risposta della Russia alle legittime richieste del Regno ne sottolinea la responsabilità».

Nel dibattito internazionale si inserisce anche la Nato, che ha detto di considerare l’avvelenamento con un agente nervino una minaccia per la sicurezza mondiale e per la pace. Il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha fatto sapere che «è una violazione delle norme e accordi internazionali» e che è un’azione «inaccettabile e non ha posto nel mondo civilizzato» Nonostante una condanna ferma del fatto, la Nato ci va con i piedi di piombo e Stoltenberg dichiara che non è nell’interesse di nessuno una nuova Guerra Fredda, né una corsa alle armi. (as)

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