Urla, proteste e grandi manifestazioni da sette giorni. I tassisti spagnoli sono in sciopero contro il governo regionale da una settimana nel centro di Madrid. Il motivo della protesta è semplice: la concorrenza di Uber e Cabify, le due imprese Vtc (veicoli turistici con conducente) che offrono servizi di trasporto più economici rispetto al piano tariffario standard. I tassisti protestano quindi per regolare con dei contratti a norma di legge questi sistemi alternativi di mobilitazione turistica. Stamattina sono intervenuti degli agenti spagnoli anti-sommossa per far sgomberare i manifestanti. A riportarlo è il sito online del quotidiano spagnolo El Pais.
Nella capitale però nessun tassista è intenzionato ad arrendersi. Dopo essere andati via da Paseo de la Castellana, i manifestanti si sono diretti verso Calle Genova, sede del Partido Popular. «Prego per arrivare a un accordo il prima possibile, ma le autorità stanno esercitando una politica di forza», riporta un testimone a El Mundo. «Se cediamo ora, perdiamo tutto. Siamo consapevoli che dobbiamo resistere più tempo possibile», aggiunge. Le grida davanti alla sede del partito di centro destra verso il presidente della comunità di Madrid Angel Garrido sono stati chiari: «Garrido, dimettiti. Siamo tassisti non terroristi».
Intanto, i tassisti operanti in Galizia, Andalusia, Estremadura e in altre Comunità Autonome hanno iniziato ad arrivare nella capitale per sostenere i colleghi di Madrid. «Non pensavamo di arrivare fino a qui – dichiara uno di loro nella folla del Paseo de la Castellana – ma adesso dobbiamo arrivare fino in fondo». Secondo i dati riportati dal giornale 20Minutos, attualmente in Spagna danno servizio 7.058 Vtc e 64.217 tassisti, oltre alle 10 mila licenze di Vtc che sono state concesse dopo una sentenza giudiziale.