Il nuovo governo spagnolo sta per nascere e già si vedono i primi fiocchi rosa. Sebbene non sia stata ancora annunciata ufficialmente, secondo fonti vicini al nuovo premier socialista, Pedro Sanchez, la squadra che andrà a comporre l’esecutivo conterà 15 ministri, 10 dei quali saranno donne. Una novità assoluta per la democrazia spagnola che segue la “prima volta” della mozione di sfiducia che ha fatto cadere il governo dell’ormai ex primo ministro Mariano Rajoy.
Uno dei portafogli più delicati, l’Economia, sarà in mano a una donna, Nadia Calviño , galiziana 50enne, da quattro anni direttrice generale del dipartimento della Commissione europea che gestisce il budget dell’Unione Europea. Un messaggio a Bruxelles sull’impegno di Madrid a ridurre il suo disavanzo. Un segnale meno conciliante è arrivato in Catalogna con l’assegnazione del ministero degli Esteri a Josep Borrell, il 70enne ex presidente del parlamento europeo, ed ex ministro di Felipe González. Borrell si è apertamente schierato contro le pretese secessioniste di una parte dei catalani e contro l’allora presidente della Generalitat, Carles Puigdemont. A guidare il ministero della Giustizia ci sarà Dolores Delgado, procuratrice antiterrorismo (islamico) vicina a Baltasar Garzón, il giudice che ha avviato l’inchiesta “Gürtel”, le cui conclusioni hanno affossato il governo di Mariano Rojoy.
Altri dicasteri che Sánchez ha deciso di affidare a donne sono le Finanze (María Jesús Montero), la Pubblica amministrazione (Meritxell Batet), l’Ambiente (Teresa Ribera), la Sanità (Carmen Montón), il Lavoro (Magdalena Valerio), l’Istruzione (Isabel Celaá). Sarà una donna, Carmen Calvo, anche la vice-presidente.
Dopo la presentazione al re, Felipe VI, il governo di Sánchez entrerà in funzione a tutti gli effetti, con appena 84 voti certi (quelli socialisti) alla Camera e con un fragile patto di non belligeranza con gli antisistema di Pablo Iglesias (Unidos Podemos), con i nazionalisti baschi e, salvo ripensamenti, gli indipendentisti catalani, oltre a qualche formazione minore. La maggioranza che si va formando dovrebbe, salvo sorprese, ricalcare quella che ha affossato il governo precedente.
M.M.