Siria, «nelle prossime ore» le forze pro-governative di Damasco entreranno ad Afrin, lo ha reso noto la televisione di Stato. L’area è situata nel nord-ovest del Paese ed è controllata dalle milizie curde dell’”Ypg”, (Le Unità di Protezione Popolare).
L’ingresso delle forze di Damasco è stato reso possibile, dopo la conclusione di un’intesa – confermata dall’emittente di Stato – intercorsa tra il governo di Bashar-Al-Assad e i miliziani dell’”Ypg”, per il controllo dell’area.
Ora l’accordo potrebbe portare a un conflitto armato al confine tra Siria e Turchia. Una parte del governo di Recep Tayyip Erdogan ha immediatamente reagito alla notizia: «Se davvero il regime siriano vuole entrare ad Afrin per proteggere il Pyd-Ypg nessuno fermerà i nostri militari», ha dichiarato con fermezza il ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu.
Dal 20 gennaio la Turchia ha dato il via all’operazione «Ramoscello d’Ulivo» nel nord-ovest della Siria per combattere contro i miliziani curdi, considerati dei terroristi e un rischio concreto per la sicurezza del Paese.
Come per «Scudo d’Eufrate», l’altra operazione militare turca iniziata nel 2016 contro i miliziani dello Stato Islamico penetrati in Siria, la Turchia non intende porre fine alla controffensiva aerea e terrestre su Afrin, considerata l’enclave dei curdi siriani.
In Siria si combatte da sette anni – la guerra è iniziata nel 2011 – e la decisione di Damasco di stringere un accordo con i curdi fa temere l’acuirsi del conflitto.
Le tensioni tra il regime di Damasco e il governo di Erdogan sono iniziate con una indiscrezione diffusa dalla BBC in lingua araba, sulla presunta alleanza del PKK, il Partito dei Lavoratori del Kurdistan turco di Abdullah Ocalan, con il regime di Bashar Al-Assad per proteggere i curdi siriani.
(chc)