Sono continuati, per tutta la notte tra il 10 e l’11 di maggio, gli scontri a fuoco sulla Striscia di Gaza.
“Guardiano delle Mura”: così sono state chiamate, dall’esercito israeliano, le operazioni militari iniziate ieri fra Hamas ed Israele. «Gerusalemme ha chiamato, Gaza ha risposto» ha ribadito il movimento islamico palestinese di Hamas, considerato organizzazione terroristica dall’Unione Europea.
Le radio e le sirene d’allarme trasmettono da Gaza una situazione drammatica, con strade affollate di feriti e macerie. Il bilancio delle vittime è di 26 morti e 122 feriti.
Le dinamiche degli attacchi
Secondo portavoce militari, dalla striscia di Gaza, solo nella giornata di lunedì 10 maggio, sono stati lanciati oltre 250 razzi verso Israele. Gli attacchi sono continuati nella mattina dell’11 maggio, in cui Ḥamas ha colpito le città costiere di Ashod e Ascalona, a meno di cinquanta chilometri da Gaza. Uno dei dirigenti dell’organizzazione, Hammed a-Rakeb, ha reclamato l’attacco come risposta a offensive israeliane contro appartamenti di comandanti militari.
L’aviazione israeliana ha dichiarato, a sua volta, di aver colpito 130 obiettivi militari a Gaza, nell’ottica di «ridare sicurezza ai residenti del Sud», come ha affermato la milizia israeliana.
Nelle zone di scontri vicine alla Striscia sono state chiamati quasi 5000 riservisti, classi militari in congedo ma richiamabili in caso di guerra. Secondo i media quest’azione è un chiaro segnale che Israele si sta preparando ad un conflitto ancora più duro. Il timore è stato confermato dal premier Benyamin Netanyahu che, al termine di una consultazione con i vertici militari, ha affermato:
«Abbiamo deciso di accrescere ancora di più la potenza e il ritmo degli attacchi. Hamas riceverà un colpo che non si aspetta»
Hamas, poche ore dopo l’inizio degli attacchi, ha lanciato un ultimatum ad Israele. Lo stato ebraico ha fino alle ore 18.00 (17 ora italiana) dell’11 maggio per far uscire i suoi soldati e i suoi coloni dalla Moschea Al Aqsa e dal rione di Sheikh Jarrah e di rilasciare chi è stato arrestato in questi giorni.
I precedenti
I razzi di Hamas verso Gerusalemme sono stati una risposta agli scontri avvenuti lunedì 10 maggio tra polizia israeliana e palestinesi sulla Spianata delle Moschee, intorno alla moschea di al Aqsa. Negli scontri erano stati feriti almeno 300 palestinesi.
Già dalla notte di domenica 9 maggio più di 8.000 palestinesi si erano barricati nella Spianata delle Moschee, complesso religioso della città vecchia di Gerusalemme, per protestare contro una marcia israeliana nazionalista prevista per il giorno successivo.
Durante gli scontri, la polizia israeliana aveva lanciato granate contro i palestinesi all’interno della moschea di al Aqsa. Le autorità avevano deciso di cancellare la marcia.
החלה ההתפרעות בהר הבית pic.twitter.com/A3rd4EE2mV
— Yossi Eli יוסי אלי (@Yossi_eli) May 10, 2021
Il commento internazionale
L’Onu ha condannato le violenze e le violazioni di diritti avvenute negli ultimi giorni nel territorio di Gaza. In particolare, il portavoce dell’Alto commissariato per i diritti umani, Rupert Colville è intervenuto oggi a Ginevra.
«Siamo profondamente preoccupati dalla escalation delle violenze nei territori palestinesi occupati, Gerusalemme est inclusa, e in Israele nei giorni scorsi»
Si unisce alla preoccupazione anche l’Alto rappresentante dell’Ue, Josep Borrell, che al termine del Consiglio Esteri Ue, ha confermato la volontà di evitare di alimentare le tensioni già presenti sulla Spianata delle Moschee a Gerusalemme.
Il piano militare “Guardiano delle Mura” si scontra con l’operazione “Spada di Gerusalemme”. Israele e Palestina, di nuovo sul terreno di fuoco della Striscia di Gaza. Intanto continuano i lanci di razzi.