Entro la fine del 2023 Netflix chiuderà il suo servizio di consegna a domicilio dei Dvd a noleggio che era attivo solo negli Stati Uniti. Le motivazioni sono il calo degli utenti e i risultati trimestrali incerti. Il 29 settembre sono previste le ultime spedizioni delle «iconiche buste rosse che hanno cambiato le modalità di guardare i film e gli show in casa, aprendo la strada allo streaming» ha detto Netflix annunciando l’addio.
«Ci sentiamo privilegiati dall’aver condiviso le serate a guardare film con i nostri clienti di Dvd per così tanto tempo, così orgogliosi di ciò che i nostri dipendenti hanno raggiunto ed entusiasti di continuare a soddisfare i fan dell’intrattenimento per molti altri decenni a venire» ha scritto il Co-Ceo di Netflix Ted Sarandos.
La storia di Netflix
Netflix è conosciuta oggi per essere fra le più grandi e famose piattaforme di streaming per guardare film e serie tv. Ma il successo dell’azienda è iniziato grazie ai Dvd. Marc Randolph e Reed Hastings fondarono Netflix nell’estate del 1997. L’obiettivo era fare diretta concorrenza a quello che all’epoca era la più grande catena di noleggio film, ovvero la “defunta” Blockbuster. A differenza di quest’ultima, però, Netflix non ebbe mai negozi fisici ma decise di puntare su un servizio di abbonamento. In questo modo, la società permetteva di noleggiare film sul Web, tramite il portale dvd.com, e riceverli a casa via posta. Non c’erano limiti di tempo per la restituzione.
Inoltre, Netflix decise fin da subito di puntare sui Dvd, che in quegli anni erano ancora poco diffusi, invece delle videocassette Vhs. Nel marzo 1998 venne noleggiato il primo Dvd: era il film Beetlejuice Tim Burton.
Il successo del servizio di Netflix costrinse la rivale Blockbuster ad attivare anche lei la stessa modalità di noleggio via posta. Tuttavia, non bastò a fermare il declino della società nel corso del primo decennio degli anni Duemila.
Netflix, invece, continuò la sua crescita e nel 2007 presentò il negli Stati Uniti il servizio di streaming che in breve tempo divenne la principale fonte di guadagno. Tuttavia, non smise di noleggiare Dvd e nel 2018 contava ancora 2,7 milioni di abbonati. Il successo derivava dai bassi costi delle sottoscrizioni (dagli 8 dollari in su) che permetteva di avere accesso a un catalogo con cui nessun servizio di streaming poteva sperare di competere. Nel 2022 questo servizio è diventato pressoché irrilevante nell’economia della società, fruttando 126 milioni di dollari a fronte di un totale di 31,6 miliardi di ricavi.
After an incredible 25 year run, we’ve decided to wind down https://t.co/6h2lrcGg2b later this year.
To everyone who ever added a DVD to their queue or waited by the mailbox for a red envelope to arrive: Thank you! https://t.co/McxJUlLlGF pic.twitter.com/nBXzgvvv7p
— Netflix (@netflix) April 18, 2023
La trimestrale non convince
Il colosso della tv in streaming ha chiuso il primo trimestre del 2023 con ricavi in aumento del 3,7% a 8,16 miliardi di dollari, ma sotto le attese degli analisti. L’utile netto è invece calato a 1,31 miliardi, risultando però superiore alle previsioni del mercato. Sul fronte dei nuovi abbonati, Netflix ne ha registrati 1,75 milioni, meno dei 2,41 milioni delle attese, portando il totale a 232 milioni.
Risultati deludenti che hanno fatto affondare inizialmente i titoli Netflix a Wall Street, dove sono arrivati a perdere il 12% per poi recuperare e girare in territorio leggermente positivo. Tuttavia, per i nuovi co-amministratori delegati Greg Peter e Ted Sarandos «è stato un buon inizio di 2023».
Entro giugno stop alla condivisione delle password
Nell’annunciare la trimestrale, Netflix ha anche precisato che «nel primo trimestre abbiamo introdotto la condivisione a pagamento delle password in quattro Paesi e siamo soddisfatti dei risultati. Stiamo pianificando adesso un’implementazione ampia che coinvolga anche gli Stati Uniti, nel secondo trimestre». Per ora si parla solo di Stati Uniti ma non è escluso che presto possano essere coinvolti anche i Paesi europei, tra cui l’Italia.
A fine 2022, Netflix ha annunciato per la prima volta di voler dare uno stop al fenomeno della condivisione delle password tra gli utenti. Negli scorsi mesi il colosso dello streaming ha introdotto delle limitazioni in Nuova Zelanda, Spagna, Portogallo e Canada. Una sorta di test per verificare come avrebbe risposto il mercato. Una risposta ritenuta positiva, visto che Netflix sembra voler riproporre l’idea anche in altri Stati.