La scomparsa di Rosalynn Carter, avvenuta domenica 19 novembre a 96 anni a Plains, in Georgia, ha lasciato un vuoto nel panorama politico americano. Figura di spicco della società a stelle e strisce, ex first lady e moglie dell’ex presidente Jimmy Carter, la donna lascia un’impronta indelebile nella storia degli Stati Uniti.
Il Carter Center di Atlanta, istituzione fondata da Rosalynn Carter che si dedica ai diritti umani, ha annunciato la notizia della sua morte.
Nata il 18 agosto 1927 proprio a Plains, Rosalynn Carter è stata una delle prime first lady ad assumere un ruolo attivo e coinvolto nella politica americana. Non limitandosi al mero ruolo di rappresentanza, ha contribuito significativamente all’immagine di una first lady più coinvolta e impegnata direttamente nei processi decisionali. La sua era una presenza costante alle riunioni operative del marito, presidente americano dal 1976 al 1980, benché non si identificasse come femminista.
Rosalynn Carter ha dimostrato un forte impegno per la parità di genere e per l’incoraggiamento della partecipazione politica delle donne.
L’attivismo di Carter
L’attivismo nel campo della salute mentale è il campo per cui l’ex first lady sarà ricordata. Il suo impegno a livello nazionale e internazionale ha promosso la consapevolezza e l’importanza della salute mentale nell’agenda politica e sociale.
La sua lotta contro la demenza senile, malattia che l’ha afflitta negli ultimi anni di vita, si è intrecciata con il suo impegno per sostenere coloro che affrontano problemi simili, portando avanti un messaggio di sostegno e comprensione per coloro che vivono con patologie mentali.
Rosalynn Carter rimarrà un’icona per il suo coraggio nell’affrontare temi cruciali, dalla parità di genere alla sensibilizzazione sulla salute mentale. Il suo lascito non solo come first lady ma come fervente attivista continuerà a influenzare e ispirare generazioni future.