Per la prima volta dal 1943 l’Accademia di Svezia non assegnerà il premio Nobel a causa dello scandalo che l’ha travolta. L’annuncio arriva dopo le accuse di aggressioni sessuali nei confronti del fotografo francese Jean-Claude Arnault, gestore di un progetto culturale finanziato dall’Accademia, nonché marito di un membro della stessa, la poetessa e scrittrice Katarina Frostenson. L’Accademia rassicura: «Il vincitore verrà nominato e premiato assieme a quello del 2019».
Diciotto le donne che lo scorso novembre hanno denunciato Arnault, tra queste anche la principessa ereditaria Victoria di Svezia. Proprio nel 2006, durante un evento, l’erede al trono sarebbe stata palpeggiata dal fotografo. A fermare l’aggressione, una delle sue assistenti, che è immediatamente intervenuta per soccorrerla, «lanciandosi sul fotografo e allontanandolo con la forza». La crisi è precipitata a marzo, dopo che la maggioranza dei membri dell’Accademia Svedese aveva votato contro la rimozione di Frostenson, sospettata di reticenza e connivenza con le responsabilità del marito. In forma di protesta tre membri, Klas Ostergren, Kjell Espmark e Peter Englund, si sono dimessi. Poco più tardi anche Sara Danius, segretaria permanente dell’Accade, e Sara Stridsberg hanno abbandonato. Eppure secondo il regolamento, i membri dell’Accademia Svedese non possono dimettersi perché la carica è a vita; possono tuttavia non partecipare più alle sue attività. Regola avvalorata dalla presenza, prima dello scandalo, di due seggi occupati da membri inattivi. Il re Carlo XVI Gustavo ha annunciato che presto avvierà una riforma per consentire ai membri di dimettersi ed essere sostituiti.
Ma un’altra questione incombe; l’Accademia dovrà difendersi perché la polizia tributaria sta indagando per gravi irregolarità finanziarie. Alcuni fondi sarebbero stati versati in maniera illegale alla Forum, una società che organizza eventi culturali, diretta proprio da Arnault. (cs)